Su iniziativa della storica dell’architettura e giornalista Daria Ricchi, è da poco uscita per Silvana Editoriale “Abad Architetti. Una storia a colori”, una monografia che esplora l’attività dello studio milanese fondato nel 1999 da Alessandro Bianchi. Un racconto che attraversa trent’anni di progetti, idee, trasformazioni: dalle prime opere del 1995 fino alle recenti esperienze urbane e paesaggistiche, lo studio si distingue per un approccio progettuale che unisce responsabilità civile, innovazione e forte radicamento nel territorio.


Il libro si apre con un capitolo introduttivo emblematicamente intitolato “Esperienze”, che traccia le tappe fondamentali dello studio, restituendone non solo l’evoluzione stilistica ma anche l’impegno a interpretare il cambiamento come occasione di rigenerazione urbana e sociale. Il colore, vero e proprio protagonista della narrazione, viene valorizzato come strumento di memoria, simbolo e identità, capace di raccontare i luoghi nel loro passato e nel loro futuro.
I “driver topics” individuati da Ricchi — disegno, simbolo e memoria, colore, sharing, gioco e paesaggio — guidano il lettore in un itinerario che è insieme poetico e critico, utile a comprendere la coerenza profonda di un metodo che coniuga estetica e funzionalità, rigore e libertà espressiva. Centrale è la convinzione che l’architettura non sia solo forma, ma atto etico, legato alla comunità e alla responsabilità verso l’ambiente.


Tra i progetti più significativi presentati nel volume: La casa ventilata (2007), gli Uffici Royal Lottomatica (2009), il Parco 3 Cerchi (2014) e la recente Foresta del mare (2023), esempi di come Abad Architetti interpreti la progettazione come strumento di trasformazione e riparazione del paesaggio.
“Una storia a colori” non è solo un tributo a uno studio di architettura, ma una riflessione sul ruolo che il progetto può e deve avere nella società contemporanea: generare bellezza, promuovere sostenibilità, creare connessioni tra passato e futuro, tra spazio costruito e paesaggio umano.