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Intelligenza Artificiale per la valorizzazione storica

a cura di Edmondo Jonghi Lavarini

Un nuovo alleato per risparmiare tempo e valorizzare il passato

Ogni progetto di restauro o recupero architettonico – specie quando si tratta di beni storici o ecclesiastici – comincia sempre con una fase fondamentale, a mai da sottovalutare: la valorizzazione storica. Ricostruire il contesto, recuperare le fonti, consultare archivi, interpretare documenti, verificare citazioni e comprendere l’identità stratificata di un edificio. È un lavoro che richiede tempo, dedizione, metodo. Oggi, in un’epoca in cui l’efficienza progettuale è diventata una necessità economica e operativa, quanto tempo possiamo realisticamente permetterci di investire in questa fase senza comprometterne la qualità?

Molte volte i limiti del tempo ci impediscono ad entrare nella profondità dello studio storico, se prima Google ci accelerava a x10, adesso l’AI può fare molto di più.

Spesso guardiamo con diffidenza all’intelligenza artificiale, pensando che possa “semplificare troppo” o togliere autorevolezza alla nostra ricerca. Ma proviamo a porci una domanda concreta: oggi, quando dobbiamo avviare una ricognizione storica, ci affidiamo esclusivamente ai testi universitari? O ai volumi delle nostre biblioteche personali? O è diventato scontato fare una prima ricerca su Google, Wikipedia, o consultare l’enciclopedia Treccani online? E allora perché non considerare anche l’intelligenza artificiale come uno strumento integrativo?

Nessuno ci impedisce di recarci negli Archivi di Stato, o di svolgere ricerche storiche approfondite sul campo. Ma, nel frattempo, possiamo anche velocizzare alcune fasi, produrre sintesi preliminari, confrontare fonti, esplorare ipotesi, con una rapidità inedita. È proprio in questo spazio – tra rigore e innovazione – che si apre una riflessione stimolante. Nei prossimi paragrafi, e soprattutto dal vivo, durante il FORUM “Chiesa in Cantiere” del 14 maggio 2025, affronteremo questi temi con casi studio, esperienze e domande condivise. Perché lavorare con intelligenza significa anche lavorare con intelligenza artificiale.



La sfida della valorizzazione: tra vincoli storici e nuove opportunità

La conservazione e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici rappresentano una sfida cruciale per architetti e progettisti. Le chiese, i monasteri, i conventi e le opere d’arte liturgica non sono solo patrimonio storico-artistico, ma anche contenitori vivi di spiritualità e identità collettiva. Il loro restauro richiede approcci multidisciplinari che coniughino rigore tecnico, sensibilità estetica e rispetto del contesto liturgico e comunitario. Spesso, però, gli strumenti operativi e conoscitivi a disposizione risultano frammentari: normative complesse, documentazione incompleta, vincoli sovrapposti. In questo scenario, emerge l’urgenza di dotarsi di nuove metodologie e tecnologie che possano supportare il progettista nel suo percorso, offrendo accesso più rapido e critico alle fonti e facilitando il dialogo con enti ecclesiastici, soprintendenze e comunità locali.

Le idee e le proprie interpretazioni storiche sono costruite in anni, poi ci vogliono comunque ore per metterle in bella mostra e scrittura: l’intelligenza artificiale può farci risparmiare tempo e darci l’opportunità di declinare concetti difficile in discorsi comprensibili a non addetti ai lavori: in questo modo il nostro lavoro viene percepito comprensibile e meglio valorizzato.


Intelligenza artificiale come alleata nello studio storico-architettonico

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha cominciato a mostrarsi come una potenziale risorsa anche nel campo del restauro e della valorizzazione. L’impiego di modelli linguistici avanzati, come quelli basati su GPT, può agevolare la consultazione e la sintesi di testi normativi, bolle pontificie, atti di culto, relazioni storiche e archivi parrocchiali. A livello progettuale, strumenti di IA generativa possono essere impiegati per simulare scenari di intervento, generare relazioni tecniche preliminari o individuare correlazioni tra casi studio simili. In ambito di rilievo e diagnostica, algoritmi di computer vision e machine learning già supportano l’analisi strutturale e dei materiali. Si tratta di opportunità affascinanti, ma che pongono anche interrogativi etici, professionali e metodologici. L’IA può davvero diventare un’estensione critica della mente del progettista? Può essere integrata nei processi senza snaturare il senso profondo dell’opera?

Scopri come l’intelligenza artificiale può accelerare la valorizzazione storica nei progetti di restauro, senza sostituire la ricerca tradizionale. Ne parliamo al Forum Chiesa in Cantiere.
Avendo più tempo a disposizione, ci possiamo dedicare a dettagli che senza l’AI diventava troppo onoroso e difficilmente sostenibile. L’AI ci permette di dedicare più tempo alle fasi lavorative che più vogliamo valorizzare.

Scrittura documentale assistita: verso una nuova metodologia progettuale

Una delle applicazioni più promettenti dell’intelligenza artificiale per i professionisti dell’architettura è la scrittura e revisione di documentazione tecnica. Redigere relazioni paesaggistiche, relazioni storiche, piani di manutenzione e richieste autorizzative richiede tempo, precisione e spesso capacità retoriche affinate. L’uso dell’IA può alleggerire questi processi, offrendo bozze coerenti, verifiche normative automatiche e suggerimenti linguistici. Non si tratta di automatizzare il pensiero progettuale, ma di rafforzarlo con strumenti capaci di organizzare e restituire in forma leggibile e coerente dati spesso complessi. In ambito ecclesiastico, dove il lessico sacro, la storia delle devozioni locali e i vincoli liturgici giocano un ruolo importante, l’IA può fungere da ponte tra tradizione e innovazione. Tuttavia, rimane aperta la questione: come conservare l’autorialità e la responsabilità del progettista in un contesto sempre più mediato dalla tecnologia?

Un invito al confronto: il FORUM “Chiesa in Cantiere” 2025

Per esplorare concretamente queste possibilità e interrogativi, invitiamo tutti gli architetti, progettisti, restauratori e professionisti del settore al FORUM Chiesa in Cantiere, che si terrà il 14 maggio 2025. L’evento sarà occasione per presentare casi studio, discutere strumenti operativi e aprire uno spazio di dialogo sui temi emergenti, tra cui proprio l’impiego dell’intelligenza artificiale nella valorizzazione dei beni ecclesiastici. Sarà possibile assistere a dimostrazioni pratiche, porre domande a esperti del settore e contribuire a tracciare insieme una visione condivisa sul futuro della progettazione liturgica e del restauro monumentale. L’IA è una risorsa ancora in via di esplorazione: il Forum sarà il luogo dove confrontare idee, esperienze e dubbi, in uno spirito di collaborazione professionale e ricerca condivisa.

Testo mio, fotografie mie, con supporto dell’intelligenza artificiale per la correzione ortografica e testuale, oltre che per l’elaborazione delle immagini. Le foto includono la Cattedrale di Windsor, la Villa Reale di Monza e la Casa Museo Soane di Londra.

Edmondo Jonghi Lavarini – architetto


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