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La luce nell’architettura sacra

Il seguente articolo racconta brevemente la storia dell’illuminazione dei luoghi di culto: iniziando dalle prime grotte votive ai sistemi di illuminazione moderni.

La luce è uno degli elementi più importanti dell’architettura sacra. Essa ha il potere di evocare l’esperienza mistica e di creare una connessione tra il luogo sacro e la spiritualità. La luce può essere progettata e fruita in molti modi diversi, dalle grandi finestre che creano un’atmosfera luminosa e ariosa, ai giochi di luce che illuminano gli oggetti sacri e creano un’atmosfera mistica.

Nella filosofia greca antica, la luce nell’architettura sacra è stata spesso associata alla conoscenza e alla verità. Platone ha descritto la luce come una forza che permette alla mente di vedere e comprendere il mondo. Questo concetto ha influenzato l’architettura sacra per secoli, con molti edifici religiosi che cercano di utilizzare la luce in modo da creare un’atmosfera di conoscenza e saggezza.

La luce è la forza che permette alla mente di vedere

e comprendere il mondo

Platone v sec. a.c.

La luce nella tradizione

Nella tradizione cristiana, la luce è stata associata alla presenza di Dio. La luce solare che entra attraverso le finestre di una chiesa rappresenta la presenza divina e può illuminare gli oggetti sacri come l’altare e la croce. L’architettura sacra è stata spesso progettata per massimizzare l’effetto della luce, con le finestre posizionate in modo da catturare la luce del sole in particolari momenti della giornata.

L’illuminazione dei luoghi di culto e quindi la luce nell’architettura sacra, è sempre stata, ed è sempre una parte fondamentale della storia della religione e dell’architettura. Sebbene la luce naturale fosse inizialmente l’unica fonte di illuminazione, con lo sviluppo della tecnologia e dell’arte, si sono sviluppati nuovi modi per illuminare questi spazi.

La luce è stata anche associata alla trasformazione e alla guarigione. Molti edifici religiosi utilizzano la luce in modo da creare un’atmosfera di pace e tranquillità, per aiutare i visitatori a rilassarsi e meditare. La luce può essere utilizzata in modo da creare un’esperienza di “rinnovamento spirituale”, in cui il visitatore si sente rinascere spiritualmente grazie alla luce che lo circonda.

Duomo di Carrara, progetto studio Urbano Lighting

Le prime forme di illuminazione utilizzate nei luoghi di culto erano fiamme aperte, come candele e torce, utilizzate per illuminare le grotte votive e le prime chiese cristiane. Nel Medioevo, furono utilizzati lumen e candelabri, che erano di solito posti su altari e davanti a icone religiose. Si sono sviluppati anche sistemi di illuminazione più sofisticati come luci a gas, “lampe à huile”, che erano o piccole scodelle che bruciavano olio animale o vegetale, e candele fatte di cera d’api che avevano forme elaborate.

L’avvento dell’elettricità

Con l’avvento dell’elettricità alla fine del XIX secolo, l’illuminazione dei luoghi di culto e quindi la luce nell’architettura sacra, ha subito un’evoluzione radicale. I primi sistemi di illuminazione elettrica erano costituiti da lampade a incandescenza e neon. Nel XX secolo sono state introdotte nuove tecnologie, come le luci al neon, i proiettori per illuminazione sulle pareti e i sistemi di fibra ottica.

Oltre a questa tecnologia sempre più sofisticata, c’è stata una continua evoluzione nell’arte e nell’architettura dei luoghi di culto. La luce è stata utilizzata sempre di più come elemento estetico, che collabora con l’architettura. Le vetrate colorate, utilizzate per la prima volta nei templi gotici del XIII secolo, sono un esempio di questa collaborazione. Grazie alle diverse colorazioni e all’effetto della luce solare che filtra attraverso i colori, queste vetrate creano effetti e giochi di luce molto suggestivi, a volte misticheggianti, sulle pareti della chiesa.

Ad ogni chiesa la sua luce

L’innovazione del Led

Un’altra innovazione molto recente dell’illuminazione dei luoghi di culto è quella della tecnologia LED. La luce nell’architettura sacra a basso consumo ed emettitrici di una luce di grande nitidezza consentono alle chiese di risparmiare sui costi energetici, oltre a offrire un nuovo modo di illuminare l’interno delle chiese. Nel nuovo millennio, ora è possibile creare giochi di luci e colori più sofisticati e coordinati con il resto dell’architettura del luogo di culto rispetto ai sistemi di illuminazione del passato.

Il DUOMO DI MILANO: Il sistema di controllo delle grandi chiese, vedi articolo

In conclusione, l’illuminazione dei luoghi di culto è stata un elemento fondamentale della storia della religione e dell’architettura. Dall’utilizzo delle fiamme aperte alle tecnologie LED, la luce ha rappresentato un’evoluzione costante nella creazione di effetti visivi di grande effetto all’interno dei templi e delle chiese. L’illuminazione da sempre è stato considerato un mezzo necessario per stimolare l’intuizione, la riflessione e la preghiera. Oggi giorno l’illuminazione è anche utilizzata per creare un’esperienza di divina commozione, partecipando alla creazione di un’atmosfera di culto più accogliente e inclusiva.

Progettare le ombre

L’architettura sacra ha spesso cercato di utilizzare la luce per creare un senso di grandiosità e autorità. Ad esempio, l’illuminazione di un oggetto sacro può sottolinearne l’importanza e la sacralità, ma allo stesso tempo, ombre troppo marcate anche creare un senso di troppo struggimento nei visitatori: per questo motivo è importante sapere dosare con matematica maestria tutti i fattori che influenzano la luminanza degli spazi. Per questo motivo la nostra rivista promuove seminari e webinar per creare occasioni di incontro fra progettisti che attraverso l’analisi di casi studio si possono condividere le migliori best practices per la migliore valorizzazione del patrimonio storico culturale italiano.

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