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Facciamo “luce” sul progetto della luce


A cura di Paola Urbano Architectural lighting designer

L’illuminazione delle chiese offre molti spunti interessanti per un progettista della luce e il risultato del suo intervento è fortemente influenzato dal suo approccio, dalle competenze, dalla metodologia, dall’esperienza, dalla sensibilità, oltre che dal suo percorso formativo.

Il progetto non è l’esito di un mero calcolo illuminotecnico: non è così e non deve esserlo. E’ un’attività ben più complessa.

Tutti desiderano godere di una buona illuminazione, ma culturalmente è ancora scarsa l’esigenza di un progetto firmato da un lighting designer che, come libero professionista, opera a tutela della committenza: dalle prime fasi del concept, alle successive progettazioni definitive ed esecutive, fino alla realizzazione dell’opera che deve essere eseguita in modo conforme al progetto.

Anche perché in Italia, a differenza di quanto avviene in altre nazioni europee, il progetto della luce non è prescritto da alcuna legge, benché esistano delle normative che ne regolano la redazione, di fatto raramente applicate. 

Progettare la luce per una chiesa

Per poter realizzare un intervento che miri alla reale qualità ambientale, in accordo con le esigenze della liturgia e dei fruitori (officianti, fedeli, visitatori, addetti ai servizi), un lighting designer deve avere non solo competenze tecniche ma multidisciplinari.

Nelle nuove costruzioni la qualità ambientale deve essere altresì raggiunta coerentemente con le peculiarità estetiche, spaziali ed architettoniche dell’edificio. Nel caso di chiese testimonianza del nostro patrimonio storico-artistico, la qualità ambientale deve essere conseguita considerando anche la fruizione artistica del bene, nel rispetto dei criteri conservativi sia dell’edificio sia delle opere d’arte presenti al suo interno.    

Sul progetto della luce convergono focus diversi: liturgici, culturali, normativi, tecnici, conservativi e di valorizzazione artistica. Esigenze non sempre facilmente conciliabili e con le quali il progettista deve fare i conti, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario: il confort psicofisiologico degli utenti. Ricordiamo che una buona illuminazione gioca un ruolo importante nel favorire la relazione delle persone con l’ambiente, e che nelle chiese la luce assume altresì una forte valenza simbolica e di raccoglimento spirituale.

Duomo di Carrara, progetto studio Urbano Lighting

Il progetto di illuminazione è un’attività articolata

Il progetto di illuminazione è quindi un’attività articolata e l’approccio progettuale deve essere sostenuto da accurate analisi e da una rigorosa metodologia (vedi manuale di illuminazione)

Innanzitutto, la chiesa non è solo un’opera architettonica caratterizzata da valenze estetiche connotanti. Chiesa è chi si raduna e in qualche modo proietta e imprime se stesso nell’edificio di culto. I nostri edifici sacri -dai più antichi ai più recenti- infatti rispecchiano con le proprie caratteristiche architettoniche, spaziali e decorative, sia le modalità di vivere il luogo dell’incontro sacramentale, sia l’impronta comunicativa della liturgia in un dato periodo storico. E considerando che : “Come non esiste una liturgia immutabile, così non esiste un’architettura e un’arte per la liturgia che siano immutabili” [nota CEI n.57-1996] , in modo analogo il progetto della luce deve e dovrà adattarsi ai cambiamenti in essere.

E’ quindi indispensabile che il lighting designer che si avvicina a un tema così delicato, consideri le Note Pastorali della CEI, i relativi aggiornamenti, sia affiancato da un liturgista e colga le esigenze della comunità.

Gli spazi celebrativi

La conoscenza degli spazi celebrativi e delle relative liturgie è quindi il primo importante passo per poi poter definire con la luce precise gerarchie di interesse visivo. La concezione degli effetti luminosi deve essere a servizio degli eventi liturgici, coerente con la solennità dell’evento, senza rivendicare il proprio protagonismo.

Nel caso di edifici storici è possibile inoltre offrire con  la luce una chiave di lettura della storia della chiesa e dei suoi antichi cerimoniali, ma questo aspetto deve essere un corollario alla concezione dell’illuminazione utile alla liturgia contemporanea, quando la Chiesa si raduna nello spazio sacro.

Ogni chiesa ha le proprie peculiarità e dal punto di vista del progetto va trattata come tale. Il progetto della luce deve essere un’attività “sartoriale su misura” che va pianificata dettagliatamente in tutte le sue fasi, anche nei tempi e nei costi. Più il progetto è preciso e meno sorprese si avranno anche in fase di installazione.

Le soluzioni tecnologiche

Analoga attenzione va applicata anche nella scelta delle soluzioni tecnologiche. Dal punto di vista operativo, in quest’ultimo decennio la redazione del progetto della luce si è arricchita di nuovicontenuti, si pensi ad esempio al controllo dei parametri necessari per definire scelta di un LED dal punto di vista cromatico, o all’attenta valutazione dei componenti di un apparecchio per selezionare soluzioni affidabili nel tempo e ad alto rendimento, o ancora alla scelta più idonea di un sistema di gestione e la conseguente redazione e configurazione degli scenari luminosi.

Queste tecnologie, per quanto di semplice utilizzo da parte dell’utente finale, sono comunque soluzioni complesse che richiedono competenze specialistiche e progettazioni sempre più accurate.

L’illuminazione con la sua facile libertà di utilizzo, spesso rischia di essere percepita come un aspetto ludico, oppure come qualcosa che poi in fase d’uso può essere “aggiustata” anche senza i presupposti di un progetto, ma in realtà non è così.

La figura professionale

Rinunciare alla consulenza di una figura professionale dedicata al progetto della luce, significa compromettere l’obiettivo della qualità ambientale, nonché rischiaredi investire risorse economiche su sistemi sovradimensionati rispetto alle reali necessità di utilizzo o ancora, rischiare di acquistare prodotti con scarse prestazioni e affidabilità.  

Arch. Paola Urbano titolare dello studio Urbano Lighting

Per illuminare bisogna conoscere, solo così è possibile decidere cosa far vedere e cosa celare, oltre che come far vedere

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