a cura di prof. arch. Alessandro Bianchi
I bambini, i ragazzi, gli adulti che accedono ai parchi non sono “utenti” ma “persone”, e in quanto tali non usufruiscono semplicemente di un servizio ma si aprono al mondo con un atteggiamento relazionale, cercano di essere corrisposti, non solo soddisfatti.
La persona con disabilità deve essere in grado di accedere a questi spazi come tutti. Senza un facile accesso non importa quanto eccitante sia la struttura ludica, sportiva o di semplice sosta da raggiungere, non è di alcuna utilità, anzi è discriminante.
Devono essere predisposti percorsi e vie di accesso per tutti… non solo per i ragazzi su sedie a rotelle, ma anche per le madri con i passeggini, le persone con altri ausili per la mobilità, gli ipovedenti o i nonni che hanno difficoltà a camminare e sono instabili sui loro piedi, chi non riesce a comprendere come partecipare in quello spazio, con quali possibilità, con quali regole.
Inclusività totale significa stimolare i bambini e i ragazzi e consentire loro di sviluppare le proprie passioni e abilità, quali esse siano. Attrezzature ludiche e sportive in grado di avvicinare tutti, di svilupparne gli aspetti sensoriali e di fantasia, di accogliere le diversità come ricchezza.
Questi i principi che promuove e divulga la Rete PARCHI PER TUTTI, anche quest’anno protagonista al Landscape Festival Bergamo 2024 con un convegno dedicato ai temi dell’inclusività sociale ed ambientale, per i parchi dove si svolgono attività ludico-sportive.
Vai al sito per approfondire: https://www.landscapefestival.it