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Comunità energetiche

Architetto Caterina Parrello 
Direttore Editoriale Chiesa Oggi 

La transizione energetica, intesa come costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili, è necessaria e urgente. Perché sia effettiva, devono essere innescati cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi

In un tale scenario, l’attivazione di nuove forme di azione collettiva e di economie collaborative (in cui produzione e consumo danno vita a nuovi sistemi di scambio), unite alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali, costituiscono i punti cardine della transizione energetica, oltre a rappresentare un’opportunità per la creazione di nuovi modelli di green economy

Si pone dunque un importante quesito che ci riguarda da vicino, avendo al centro delle nostre azioni il concetto di comunità. 

Come possiamo ripensare oggi l’essere in comune? Come vivere insieme? (1)

Riflettere sulle possibilità di convivenza con l’altro e con l’ambiente, sulla complessità del “vivere con” in un mondo sempre più complesso e interconnesso ci aiuta a riconoscersi in una comunità ed è il primo passo da compiere nella direzione di un’etica di coabitazione pacifica con gli uomini e l’ambiente. (2)

Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico, attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile. 

Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui si fonda una comunità energetica che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, risulta in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. (3)

Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici. 

L’aumento della generazione distribuita, soprattutto tramite la diffusione di sistemi fotovoltaici, rende rilevante l’integrazione della produzione e il consumo di energia all’interno di quartieri e distretti, all’interno di reti di media e bassa tensione. 

Le parrocchie e i centri ecclesiastici stanno intraprendendo, seppur lentamente, un cammino sempre più green nella speranza di dar vita a nuove comunità energetiche in Italia che vedano al centro proprio le strutture della diocesi. 

Il perché di questo interesse va forse ricercato nelle parole che monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e vescovo delegato per i “Problemi sociali e il lavoro, la giustizia, la pace”, pronunciò a conclusione della 49esima Settimana sociale dei Cattolici nel 2021, nel tentativo di tracciare la strada che la Chiesa deve intraprendere per la transizione ecologica. 

«Se in ciascuna delle 25.610 parrocchie del nostro Paese si costituisse almeno una comunità energetica per produrre 200 chilowatt, o si facessero nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia, avremmo dato il nostro contributo con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili». 

Un sistema sia per aiutare i cittadini nell’affrontare le spese dei consumi , sia per un sostegno concreto a livello ambientale. 

La questione è stata presa alla lettera dai vescovi e di recente diverse diocesi si stanno muovendo in tal senso. Per questo motivo la CEI ha stampato e inviato a tutte le parrocchie del Paese un opuscolo dal titolo “Suggerimenti per il percorso di avvio delle Comunità energetiche” con lo scopo di velocizzare il processo di decarbonizzazione. Esiste anche un Servizio di Assistenza e Consulenza presso l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI nato proprio per supportare le realtà ecclesiali locali nella nascita delle CER. 

A Foligno, realtà dove entro i prossimi mesi sorgerà il primo progetto realizzato dall’Istituto sostentamento del clero, si prevede di realizzare circa 80 utenze censite per le quali sarà abbattuto il costo dell’energia attraverso impianti fotovoltaici, un modello che sarà aperto anche ai cittadini. 

Ma progetti per la creazione di comunità energetiche che partono dalle parrocchie si stanno già avviando anche in Toscana, Val D’Aosta, Cremona, Bologna e a Nola in Campania, dove è stato lanciato un invito ad accogliere la sfida delle Comunità affinché si attivino per sperimentare che l’ecologia integrale proposta dalla Chiesa può tradursi in un nuovo modello di sviluppo umano ed economico sostenibile, giusto e partecipato, in attesa che la normativa nazionale venga definita con i decreti attuativi

Su questa edizione presentiamo il caso concreto della comunità energetica rinnovabile di Rodello:
Comunità energetica rinnovabile a Rodello


nota 1 “How will we live together.” fu anche il titolo della Biennale di Architettura 2021, in cui, in un contesto di divisioni politiche acutizzate e disuguaglianze economiche crescenti, venne chiesto agli architetti di immaginare spazi in cui possiamo vivere generosamente insieme. 

nota 2 Editoriale Chiesa Oggi 121/2022 “Patrimonio e Paesaggio: Un Binomio Indissolubile”. 

nota 3 Riferimento normativo: • Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001), in cui sono riportate le definizioni di autoconsumo collettivo e di Comunità di Energia Rinnovabile (CER), • Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944) che definisce la Comunità Energetica dei Cittadini (CEC). 

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2 commenti su “Comunità energetiche

  1. Grazie all’Equity Crowdfunding, le comunità energetiche potranno finanziarsi, patrimonializzarsi e avere incentivi fiscali per poter passare rapidamente dalla fase progettuale alla fase realizzativa. Importante impostare un business plan sia economico che di sostenibilità sociale e ambientale in linea agli obbiettivi 2030 per lo sviluppo sostenibile. https://unric.org/it/agenda-2030/

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