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Riuso del patrimonio religioso dismesso

Caffè della Stampa al Cersaie 2024: Rigenerazione urbana per una progettazione sostenibile

Scopri come il riuso degli edifici storici può contribuire alla rigenerazione urbana e sostenibile. Analizziamo il progetto di recupero del Parco dei Monasteri di Cremona, con approfondimenti su tecniche innovative e la partecipazione della comunità. Guarda il video per scoprire come l’architettura può dare nuova vita a spazi dismessi.

In occasione del Caffè della Stampa al Cersaie 2024, si è tenuto un interessante incontro dedicato al tema del riuso e della trasformazione del patrimonio architettonico religioso. L’evento, organizzato dalla rivista CHIESA OGGI, ha visto la partecipazione di importanti professionisti del settore, come l’ Architetto Lamberto Rossi e l’Architetto Marco Tarabella, dello studio Lamberto Associati. Durante la conferenza, i relatori hanno condiviso la loro esperienza nel recupero e nella trasformazione del Parco dei Monasteri di Cremona, un ambizioso progetto di rigenerazione urbana che ha ridato vita a una vasta area monastica dismessa, trasformandola in un campus universitario.

Il direttore editoriale di CHIESA OGGI, Caterina Parrello, ha introdotto l’incontro sottolineando l’importanza del riuso del patrimonio religioso dismesso in Italia, un paese ricco di beni culturali di grande valore storico e artistico. Ha evidenziato come, spesso, queste strutture siano difficili da mantenere a causa dell’elevato costo della loro gestione e del cambiamento delle esigenze delle comunità. L’architetto Caterina Parrello ha spiegato che il tema del riuso non riguarda solo la conservazione fisica di questi beni, ma anche la necessità di ripensarne le funzioni, affinché possano diventare risorse attive per le comunità e per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.


“Il riuso del patrimonio culturale non è solo una questione di conservazione, ma di restituire questi spazi alla collettività, creando nuove opportunità economiche e sociali.”

— Arch.Caterina Parrello, Direttore Editoriale

Il Parco dei Monasteri di Cremona rappresenta un esempio emblematico di come il recupero di edifici storici possa diventare un volano per la rigenerazione urbana. L’Architetto Lamberto Rossi ha descritto il progetto come una delle poche esperienze in Italia di urbanistica partecipata, dove il coinvolgimento attivo della comunità locale è stato fondamentale per il successo dell’iniziativa. Questo approccio ha permesso di trasformare un’area abbandonata in un nuovo centro di vita e cultura, che non solo preserva il valore storico degli edifici, ma li adatta a nuove funzioni, come la creazione di un campus universitario legato al polo bio-agroalimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.


“Il riuso del patrimonio religioso dismesso è un veicolo potente di rigenerazione urbana, capace di trasformare comunità e territori.”

— Lamberto Rossi, Architetto

Un altro aspetto rilevante del progetto è stato evidenziato dall’Architetto Marco Tarabella, che ha spiegato le complesse sfide tecniche affrontate durante il restauro degli edifici. La loro condizione, infatti, era molto compromessa, con strutture danneggiate e spesso trasformate durante le epoche passate, come nel caso delle caserme austro-ungariche che avevano occupato l’area. Gli architetti hanno dovuto utilizzare tecnologie innovative, rispettando al contempo la storia e l’integrità del sito.   L’adozione di soluzioni sostenibili, come l’uso di materiali a basso impatto ambientale e l’integrazione di tecnologie moderne per migliorare la funzionalità degli edifici,  ha permesso di non compromettere il valore storico del complesso.


“Riuscire a combinare tecniche innovative con la conservazione degli elementi storici è la chiave per far rivivere edifici secolari e renderli funzionali per le generazioni future.”

— Marco Tarabella, architetto

Il progetto del Parco dei Monasteri è un esempio straordinario di come l’architettura possa contribuire alla rigenerazione urbana e allo sviluppo sostenibile, ridando vita a spazi storici ormai abbandonati e trasformandoli in luoghi di innovazione e cultura. Inoltre, dimostra che il recupero di edifici storici non deve essere visto solo come una sfida, ma come un’opportunità per creare nuovi legami tra passato e presente, offrendo soluzioni contemporanee alle esigenze attuali della società.

L’incontro al Cersaie ha offerto una riflessione importante su come architetti e progettisti possano affrontare il tema del riuso e della rigenerazione urbana, attraverso un approccio partecipativo e sostenibile, in grado di coinvolgere attivamente le comunità locali e creare valore per il territorio.

Per chi desidera approfondire l’argomento, è possibile leggere la sintesi completa dell’evento e guardare il video disponibile sul sito di  CHIESA OGGI. Un’occasione imperdibile per scoprire come l’architettura possa trasformare e rigenerare spazi storici, rendendoli nuovamente utili e vitali per le comunità del futuro.


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Guarda il video

Caffè della Stampa al Cersaie 2024: Sintesi dell’intervento in cinque punti

1. Il riuso degli edifici storici
Il recupero e la trasformazione di edifici storici è una pratica sempre più rilevante nell’architettura moderna. In Italia, un paese ricco di patrimonio culturale, la sfida è preservare e rigenerare questi spazi, come dimostrato dal progetto del Parco dei Monasteri di Cremona. Qui, gli architetti Lamberto Rossi e Marco Tarabella hanno affrontato il complesso lavoro di riconvertire un’area monastica abbandonata in un campus universitario. Questo progetto dimostra come il riuso di strutture storiche possa diventare un veicolo di rigenerazione urbana, migliorando l’integrazione tra comunità e territorio.

2. Sostenibilità nel recupero architettonico
Il riuso architettonico non riguarda solo la preservazione, ma anche la sostenibilità. Recuperare edifici storici significa ridurre il consumo di nuove risorse e limitare l’occupazione di suolo. Nel caso del Parco dei Monasteri di Cremona, gli architetti hanno integrato la sostenibilità in ogni fase del processo, dalla scelta dei materiali al risparmio energetico. Questo approccio dimostra come il recupero di edifici non debba solo rispettare il patrimonio, ma anche guardare al futuro con soluzioni ecocompatibili.

3. Rigenerazione urbana: un modello partecipativo
Un elemento chiave del progetto di Cremona è stato il coinvolgimento della comunità locale. Il recupero di edifici come i monasteri non riguarda solo il restauro fisico, ma anche il ritorno di questi spazi alla collettività. L’approccio partecipativo è cruciale per creare una rigenerazione urbana di successo, che non solo preservi il passato, ma generi anche nuove opportunità economiche e sociali. Questo modello partecipativo, ispirato ai principi dell’urbanistica di Giancarlo De Carlo, è stato adottato per fare del Parco dei Monasteri un centro di innovazione e cultura.

4. Innovazione nelle tecniche di restauro
Uno degli aspetti più affascinanti del progetto del Parco dei Monasteri è l’uso di tecniche innovative per il restauro. Gli architetti Rossi e Tarabella hanno dovuto affrontare sfide complesse, come il consolidamento delle strutture e la conservazione degli elementi storici, utilizzando metodi moderni per garantire che questi edifici possano continuare a vivere per le future generazioni. L’uso di tecnologie avanzate, insieme a una profonda conoscenza delle tecniche tradizionali, ha reso possibile la riqualificazione di uno spazio monumentale senza comprometterne l’integrità storica.

5. Il futuro del riuso architettonico 
Guardando al futuro, il riuso architettonico si rivela una strategia fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle città. Progetti come quello del Parco dei Monasteri di Cremona dimostrano che il recupero di spazi storici non solo preserva la memoria collettiva, ma offre soluzioni innovative per le sfide urbane contemporanee. Il riuso di edifici storici, attraverso approcci sostenibili e partecipativi, rappresenta una delle più grandi opportunità per architetti e progettisti di plasmare città più vivibili e resilienti.

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