Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “Facebook Pixel [noscript]” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

Il Concilio Vaticano II per architetti e progettisti

Edilizia di culto e liturgia dopo il Concilio Vaticano II: una visione per architetti e progettisti

La riforma conciliare e la centralità dello spazio liturgico


Il Concilio Vaticano II ha segnato una svolta epocale nella comprensione della liturgia e, di conseguenza, dello spazio in cui essa si celebra. La Costituzione Sacrosanctum Concilium ha riaffermato il ruolo della liturgia come fonte e culmine della vita cristiana, chiedendo che ogni azione liturgica favorisca la partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa dei fedeli. Questa visione ha conseguenze dirette sull’architettura ecclesiale: gli edifici sacri non sono più pensati come semplici contenitori del sacro, ma come spazi che facilitano l’incontro del popolo di Dio con il mistero celebrato. Ciò comporta un radicale ripensamento della disposizione degli spazi interni, con particolare attenzione alla visibilità, all’acustica, all’accessibilità e alla dinamica comunitaria. L’altare, la sede del presidente, l’ambone e l’assemblea devono essere tra loro armonicamente connessi per favorire un’autentica ecclesiologia di comunione.

L’architettura sacra al servizio della liturgia


Il Concilio, pur non imponendo uno stile architettonico specifico, invita a valorizzare tutte le espressioni artistiche purché esse rispettino la dignità e la bellezza del culto. La Chiesa “non ha mai avuto come proprio un particolare stile artistico”, ma ha accolto nei secoli ciò che meglio ha saputo esprimere la fede dei popoli. La novità introdotta è l’insistenza sulla funzionalità liturgica come criterio principale nella progettazione. Gli spazi devono essere pensati per consentire lo svolgimento delle azioni liturgiche secondo le esigenze del rito e per favorire la partecipazione attiva. Le forme architettoniche non devono imporsi come protagoniste, ma piuttosto accompagnare e sostenere l’evento celebrativo. Questo comporta un atteggiamento umile e rispettoso da parte del progettista, capace di accogliere le indicazioni del rituale liturgico e tradurle in forme architettoniche eloquenti, comprensibili e simbolicamente cariche.

I sacramenti e lo spazio che li esprime


Ogni sacramento, in quanto azione visibile di grazia, richiede un ambiente che ne rifletta la natura. La celebrazione eucaristica, cuore della liturgia cristiana, necessita di uno spazio che valorizzi l’altare come centro della comunione ecclesiale e luogo del sacrificio. Il battistero, luogo della rigenerazione, deve essere distinto e dignitoso, possibilmente visibile all’ingresso della chiesa. Il tabernacolo, che custodisce la presenza eucaristica, deve essere collocato in un luogo nobile, visibile, decoroso e adatto alla preghiera silenziosa. Anche gli spazi per la penitenza e l’unzione degli infermi vanno pensati con attenzione, per garantire riservatezza, ascolto e accoglienza. Non meno importante è la cura degli elementi minori: la luce naturale, la scelta dei materiali, l’uso del colore e la disposizione dei percorsi sono tutti aspetti che incidono profondamente sulla qualità spirituale dell’ambiente liturgico. L’architetto, consapevole di queste esigenze, deve abbandonare ogni approccio estetizzante per assumere una prospettiva sacramentale dello spazio.

Arte sacra, immagini e suppellettili: una riforma culturale


Il Concilio ha voluto anche un rinnovamento dell’arte sacra e della suppellettile liturgica. Non si tratta solo di “bello”, ma di “vero” e “adeguato” al mistero. Le immagini sacre devono essere ridotte nel numero e disposte con sapienza, evitando la confusione visiva e la devozione disordinata. Gli arredi, le vesti, i vasi sacri devono esprimere sobrietà, nobiltà e senso del sacro, evitando il lusso fine a se stesso. Le opere d’arte devono essere selezionate con discernimento, preferendo quelle che esprimano genuina pietà cristiana e che non offendano il senso religioso. Il progettista, in dialogo con il committente e le autorità ecclesiastiche, ha il compito di integrare arte e liturgia in un progetto armonico, che non divida ma unisca, che non stupisca ma illumini. Si richiede dunque una nuova alleanza tra artisti, architetti e liturgisti, fondata su una comune passione per il mistero celebrato e per la bellezza che evangelizza.

Una chiamata alla collaborazione liturgica


L’architettura di una chiesa non è un fatto puramente tecnico o artistico, ma è un atto teologico e pastorale. Essa deve esprimere e favorire la fede del popolo, rendere visibile il mistero e facilitare l’incontro tra Dio e l’uomo. Per questo, ogni progettista che si avvicina alla realizzazione o al restauro di un luogo di culto deve innanzitutto entrare in punta di piedi, con rispetto, ascolto e desiderio di comprensione. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che la liturgia è azione del Cristo e della Chiesa, e ogni spazio che la ospita è partecipe di questa azione. È dunque fondamentale che architetti e progettisti si affidino, sin dall’inizio, alla collaborazione con un esperto liturgista, figura indispensabile per garantire la coerenza teologica, rituale e simbolica del progetto. Comprendere la liturgia, conoscerne le dinamiche e le esigenze, è il primo passo per dare forma a uno spazio che non solo accolga, ma che evangelizzi, che non solo funzioni, ma che celebri. In questo cammino, la competenza tecnica deve unirsi all’umiltà spirituale, e l’estro creativo alla sapienza ecclesiale.

Se vuoi leggere l’approfondimento degli atti clicca qui per i Documenti del Concilio Vaticano II

Condividi

Lascia un commento

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare i nostri servizi/prodotti in modo appropriato (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.