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La nuova Chiesa di San Pietro da Verona, a Balconi – Pescantina (VR)

“Costruire la Chiesa con le nostre mani, ma con la tua forza, o Signore”

La progettazione e la realizzazione della nuova chiesa e di locali di ministero pastorale S. Pietro da Verona, resa possibile grazie al contributo 8Xmille della CEI, rappresentano sicuramente un importante passo nella breve, ma significativa storia della Comunità ecclesiale di Balconi di Pescantina (Vr).

Con decreto vescovile del 10 marzo 1970 don Luigi Vicentini viene nominato parroco della nuova parrocchia che comprende la parte nord del Comune di Pescantina (Vr), una zona bella e salubre, facilmente raggiungibile da Verona scelta da molti per costruivi la casa.

Balconi divenne famosa al temine del secondo conflitto mondiale quando alla stazione ferroviaria si fermarono le tradotte degli ex deportati, scampati ai campi di concentramento che qui trovarono finalmente generosa accoglienza.

In quell’occasione Balconi è stato luogo d’incontro tra la sofferenza degli ex deportati e la solidarietà semplice e accogliente di tante persone: un incontro fraterno che riconosce nell’altro, soprattutto nel sofferente, la creatura di Dio da accogliere.

Nei primi anni la parrocchia contava 1.392 abitanti e come luogo di culto veniva utilizzato un piccolo capannone in precedenza adibito ad officina.

Pur nella precarietà le celebrazioni religiose si svolgevano con grande semplicità, ma anche con tanta fede ed entusiasmo, come testimoniano le foto d’epoca.

Subito si iniziò a pensare alla costruzione della nuova chiesa e nel 1972 ebbero inizio i lavori per la realizzazione di un grandioso progetto dell’ing. Enrico Trevisani.

Il progetto prevedeva la realizzazione di una chiesa a pianta centrale culminante con una cuspide.

L’aula liturgica, sopraelevata di un piano rispetto al piano di campagna, si raggiungeva attraverso una scala monumentale centrale e due rampe laterali, al piano terra erano previsti i locali per il ministero pastorale e a lato la canonica.

Purtroppo il progetto non vedrà mai il compimento e furono realizzati solo il basamento della chiesa e la canonica, solennemente benedette, il 18 novembre del 1972, dal Vescovo di Verona S. E. Mons. Giuseppe Carraro.

Negli anni successiva la comunità, occuperà, con grandi sacrifici, per le funzioni liturgiche e le attività pastorali le strutture realizzate nel 1972, inadatte a “sostenere” la vita di una comunità dinamica ed in continua espansione.

Nel 2003 il primo parroco don Luigi Vicentini, compiuti i 75 anni, termina il suo servizio pastorale a Balconi e con decreto vescovile del 07 agosto 2003 Padre Flavio Roberto Carraro, Vescovo di Verona, nomina don Lorenzo Accordini nuovo parroco, incoraggiandolo a verificare la possibilità di completare la chiesa ed i locali parrocchiali.

Nella assemblea parrocchiale del 19 febbraio 2004 all’unanimità si decide di dar corso al completamento della chiesa e delle opere pastorali.

Nei mesi successivi si cerca di comprendere meglio la realtà parrocchiale in continua evoluzione e con una previsione di crescita fino a raggiungere i 4.000 abitanti, viene nominata la Commissione Tecnica Parrocchiale, che con l’aiuto di esperti nominati dalla Diocesi di Verona, decide di scegliere il progettista della nuova chiesa mediante un concorso privato ad inviti.

Lo spirito con cui si dà inizio all’impresa è ben sintetizzato da una nota del parroco don Lorenzo Accordini:

Avviando le necessarie procedure per la sistemazione definitiva della chiesa e dei locali parrocchiali, ci è sembrato importante chiarire l’atteggiamento con il quale iniziare e vivere questa opera così importante e significativa.
L’atteggiamento più vero ci è sembrato quello descritto nella supplica che san Bernardo, il grande monaco dell’ordine Benedettino vissuto dal 1090 al 1153, eleva a Dio quando inizia a commentare ai suoi monaci di Clairvaux il libro del “Cantico dei cantici”(cfr. Sermone I,4): “CON LE NOSTRE MANI, MA CON LA TUA FORZA, O SIGNORE”, consapevole che solo con l’aiuto di Dio ogni opera arriva a compimento.
Esiste, infatti, una profonda unità tra la grazia di Dio e la libertà umana: entrambe sono necessarie per compiere un’opera.
Siamo certi che con l’unità di intenti di tutta la comunità parrocchiale e con l’aiuto di Dio, la protezione della Vergine Maria, di san Giuseppe, di san Pietro da Verona, patrono della nostra parrocchia, e di san Zeno, patrono della nostra diocesi, ogni opera può arrivare, pazientemente e serenamente, a compimento.

Il 12 febbraio 2007 il Vescovo Padre Flavio Carraro invia alla parrocchia una lettera di sostegno per la costruzione della chiesa con la quale assicura la collaborazione degli Uffici Diocesani preposti.

Il concorso, sviluppatosi in due fasi con dodici inviti, si conclude nel maggio 2008, con vincitore il progetto “La Gloria di colui che tutto muove” dello studio Nexus! Associati di Rovereto.

Negli anni successivi, fino alla sua realizzazione, il progetto di concorso viene approfondito e precisato sulla base delle valutazioni emerse nel corso di numerosi incontri con le persone e gli enti a vario titolo coinvolti nel progetto.

Come auspicato della nota pastorale della CEI per la costruzione delle nuove chiese il fecondo dialogo tra progettisti e committenti ha reso possibile la riscrittura del progetto, sotto la guida del liturgista don Luigi Girardi, lo sguardo attendo di don Lorenzo e la collaborazione delle artiste Marie Michéle Poncet e Noemi Poffe, senza tradire le ipotesi iniziali rendendolo più confacente ai bisogni della comunità e più capace di rendere Gloria a Dio.

La nuova Chiesa ed i locali per il ministero pastorale

Nel tessuto frammentato dell’abitato di Balconi la nuova chiesa si pone come nuova centralità. Segno evidente della presenza di Dio fra gli uomini, ma anche luogo con forti valenze sociali e civili.

Un potente muro segna la soglia del sagrato concepito come interno urbano dove convivono le eloquenti presenze della chiesa, del campanile e dei locali per il ministero pastorale parrocchiali; luogo di riflessione e di silenzio, capace di accogliere momenti di festa e di aggregazione, che si distingue senza separarsi dall’ambiente circostante.

L’intero complesso è concepito come una promenade a spirale che attraverso la distribuzione dei volumi richiesti dal programma funzionale conduce in modo naturale e progressivo, dalla porta urbana alla porta della chiesa e da lì all’interno della chiesa fino all’altare inevitabile punto conclusivo di tutta la composizione.

Un percorso che da urbano si fa via via più intimo e sacro accompagna il fedele fino alla luce dell’altare.

La porta della chiesa, ricavata in un ampia fenditura sul fianco sud est della chiesa, segna il punto di svolta del carattere dello spazio.

Una compressione evidenzia l’ingresso e prepara alla dilatazione spaziale dell’aula liturgica.

Entrando nella chiesa ci si trova di fronte al Fonte Battesimale e solo in un secondo momento, girando ad est si scopre l’aula liturgica culminante secondo l’antica tradizione con l’abside e l’altare.

In questo modo ogni ingresso in chiesa è memoria viva dell’istante in cui ogni cristiano è stato afferrato da Cristo attraverso la Sua Chiesa.

La presenza del fonte “permette” di mutare la direzione del proprio sguardo e di convertirsi verso l’altare, centro dell’aula liturgica.

Lo spazio dell’aula decisamente orientato verso l’altare e l’abside, ma al tempo stesso dilatato ed in espansione, permette un’attiva partecipazione dell’assemblea all’azione liturgica radunata attorno all’altare.

Secondo l’insegnamento di Romano Guardini, che nell’imparare a fare silenzio indicava l’inizio della vita liturgica, l’interno della chiesa evoca e mette a disposizione uno spazio silenzioso.

Il silenzio non è segno di assenza, ma domanda ed attesa che qualcuno si riveli, condizione capace di far emergere con evidenza la centralità dell’azione liturgica che l’assemblea è chiamata a celebrare.

L’interno della Chiesa è permeato dalla luce, che rende evidente il cambio della natura dello spazio che da profano si fa sacro.

L’orientamento ad est mette la chiesa in rapporto con il cosmo e permette di affidare alla luce naturale un ruolo importante.

Il suo variare all’interno della chiesa, nel corso del giorno, sottolinea e conferma l’azione liturgica diventando racconto e memoria della storia della salvezza e rappresentazione del tempo come luogo dove la grazia Divina si fa incontrabile.

La chiesa diventa così, anche fuori dalle celebrazioni liturgiche, visibile profezia dell’universo redento.

La tenue luce che all’alba s’introduce, dall’alto, attraverso tre strette feritoie incise nella terminazione absidale, da semplice sussurro a luce piena, riferimento all’azione creatrice di Dio ed alla venuta di Gesù.

… verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace (Lc 1. 78-79).

Più tardi la luce proveniente da sud, attraversa, trasfigurando, le profonde fenditure a tutta altezza della parete sud, accompagna l’assemblea fino al pomeriggio inoltrato alludendo alla condizione della Chiesa descritta dalla formula già e non ancora, che indica la condizione intermedia (tra), nella quale la speranza che la venuta di Cristo ha portato non ha ancora raggiunto la sua pienezza.

Il presbiterio invece riceve luce da quattro alte feritoie ricavate nella parete nord, che introducono all’interno una luce propria e diversa, stabile ed immutabile durante il corso del giorno.

L’importanza delle luce esaltata anche dall’uso dei materiali, le bianche pareti si specchiano su pavimento chiaro, prefigura la pienezza dei tempi quando Cristo ritornerà vittorioso e noi saremo chiamati a vivere con Lui nella sua gloria:

… tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. (…) Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita (Ap 21 4-6).

L’impianto della chiesa si completa con la cappella feriale e la sagrestia.

La posizione della sagrestia permette un comodo uso nei giorni feriali e consente di iniziare l’azione liturgica festiva con una solenne processione introitale.

All’interno della cappella feriale è ricavato lo spazio per i confessionali, in modo che il Sacramento della Riconciliazione possa essere celebrato in uno spazio misurato e raccolto che favorisca la riflessione personale.


Nexus! Associati (da sx: Mario Giovanelli, Roberto Paoli, Francesco Pezzarossi, Gianfranco Giovanelli),
Gustavo Carabajal, Sergio Ruggeri

NEXUS!ASSOCIATI

Studio di progettazione multidisciplinare dal 2005 raggruppa liberi professionisti che intendono mettere in comune le proprie esperienze e competenze.
Attorno ai quattro soci: Gianfranco Giovanelli, Roberto Paoli, Mario Giovanelli e Francesco Pezzarossi si è costituito un gruppo di lavoro più ampio, dove i saperi delle singole figure si integrano e si intrecciano con la ricerca, l’esplorazione, lo studio e la passione …


Committente: Parrocchia San Pietro da Verona
Responsabile unico del progetto: arch. Ernesto Pisani
Progettazione e direzione lavori: arch. Roberto Paoli, arch. Gustavo Carabajal, arch. Sergio Ruggeri, ing. Gianfranco Giovannelli
Collaboratori: arch. Tiziana Gallon, Sara Cillotto, Desiree Dumont Ferrari, Maria Grazia Guitierrez, Lautaro Castronjàuregui
Progetto delle strutture: ing. Riccardo Giovannelli
Progetto impianti termoidraulici: Perito Francesco Pezzarossi
Progetto impianti elettrici: ing. Enrico Maroni
Coordinatore sicurezza in fase di progetto: Pianificatore Mario Giovannelli
Coordinatore sicurezza in fase di esecuzione: geom. Marco Gaiga
Opere edili e forniture: Serpelloni SpA Ing. Luca Peroni, Project Manager https://www.chiesaoggi.com/tradizione-ed-innovazione-per-una-architettura-di-qualita/
Strutture prefabbricate: Mozzo Prefabbricati srl https://www.chiesaoggi.com/concretedesignlab-di-mozzo-prefabbricati-il-design-della-prefabbricazione/
Acustica: Pannelli a Soffitto Celenit spa https://www.chiesaoggi.com/acousticdesign-soluzioni-fonoassorbenti-ecocompatibili-made-in-italy/
Panche e Confessionali: Genuflex
Opere d’arte in pietra: scultrice Marie Michèle Poncet
Via Crucis: pittrice Noemi Poffe
Liturgista: don Luigi Girardi
Parroco: don Lorenzo Accordini

2007 Concorso privato ad inviti in due fasi
2015 Progetto definitivo
2016 Progetto esecutivo
2017 (Maggio) inizio lavori
2020 (Marzo) fine lavori

Foto di: Paolo Sandri

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