L’edificio che accoglie e protegge con la sua forma i fedeli e che conferisce un valore simbolico alla luce, elemento fondamentale di tutto l’impianto architettonico ed artistico, finalizzato a rappresentare la presenza del Divino Nuova Chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, Civitanova Marche (MC)
testo a cura arch. Andrea Sopranzi
Chiesa e contesto
L’impostazione progettuale del complesso parrocchiale tiene conto sia dell’aspetto morfologico-urbanistico dell’area che di quello formale-simbolico della costruzione che dovendo sorgere in una zona per certi aspetti incompiuta, deve costituire un centro orientatore, un luogo di attrazione tanto sociale quanto urbanistico, pur esprimendo con immediatezza tutta la sua sacralità.
Il criterio insediativo dell’intervento gioca sull’equilibrio e sull’articolazione dei due corpi architettonici volumetricamente indipendenti, ma correlati tra di loro: l’edificio di culto, dominante al centro del lotto ed il volume della canonica ed aule per la catechesi, defilato lateralmente in prossimità degli edifici esistenti. In questo senso la Chiesa si propone, con il suo volume alto e definito, come fulcro, elemento di riferimento e potenziale generatore di qualità urbana adeguandosi alla giacitura uniforme del tessuto urbano con l’orientamento secondo i punti cardinali, propri della simbologia cristiana: posizione dell’altare e del Cristo Risorto ad est e dell’ingresso a ovest.
L’edificio di culto ed il centro parrocchiale, integrati tra loro da un cortile di circa mq 800, creano nello stesso tempo un elemento compiuto con l’intento di ricucire i due quartieri urbani attigui, sorti casualmente ed indipendentemente e con diversa orditura urbanistica riproposta con la giacitura della Chiesa e del centro parrocchiale. Il cortile interno, aperto verso il parco, costituisce anche un elemento aggregatore per le attività ludiche dei ragazzi e per le manifestazioni sia di carattere sociale che pastorale.
Lo spazio e la sua organizzazione
La Chiesa, facente parte di un complesso parrocchiale di cui rimane da realizzare i locali di Ministero Pastorale e la casa canonica, è caratterizzata dall’intersezione di due quadrati: il quadrato che accoglie l’aula assembleare ed il quadrato“ideale” ai cui vertici sono collocati il fonte battesimale, la penitenzieria, la cappella votiva ed il coro risultando così esterni alla navata principale e riconoscibili dall’esterno.
Sempre all’esterno della navata principale sono collocati l’atrio, e la cappella feriale che è anche cappella del Santissimo. Tutti questi spazi liturgici esterni all’aula assembleare tendono ad articolare lo spazio centrale enfatizzando ed evidenziando il volume dell’aula assembleare centro e cuore dell’edificio di culto.
Questo gioco di volumi interni associato alle luci, alle ombre ed alla diversa finitura delle pareti, mattone faccia vista ed intonaco tinteggiato, tendono ad imprimere dinamismo ed arricchire tutto l’aspetto celebrativo che trova l’unitarietà in quell’insieme di elementi che costituiscono il progetto iconografico dell’intero edificio.
I principi generali che hanno caratterizzato l’impostazione progettuale sotto il profilo del contesto urbano hanno insito in sé l’idea che aula assembleare, in quanto spazio sacro, deve avere. Lo spazio sacro nasce dalla liturgia che si muove sul terreno simbolico della rappresentazione della relazione con il divino attraverso la parola, l’atmosfera, lo spazio e la luce.
Sulla base di tale concezione è stata ideata l’aula assembleare, libera a pianta quadrata con lato di ml 24,00 è organizzata lungo la diagonale est- ovest con altezza della copertura minima ml 6,85 in prossimità dell’atrio d’ingresso e massima ml 14,75 al di sopra dell’area presbiteriale.
La forma della pianta, con la disposizione delle file dei banchi a semicerchio (posti 410) permette di esprimere il senso dell’assemblea dei fedeli, rafforzando la partecipazione collettiva, il rapporto con il celebrante e la preghiera così da orientare lo sguardo dei fedeli secondo l’asse principale diagonale per garantire all’assemblea il massimo grado di raccoglimento e concentrazione dell’attenzione verso il luogo della celebrazione.
Una particolare enfasi è stata conferita al tetto che ha un suo significato, esso è chiusura, copertura, riparo e nello stesso tempo è un diaframma fra terra e cielo, fra mondano e divino.
L’idea di una grande copertura inclinata di rame di colore verde-azzurro come il cielo si riallaccia alla rappresentazione simbolica del Cristo che, incarnandosi, prende l’abitazione in mezzo agli uomini.
La copertura costituisce un elemento importante, avvolge l’aula assembleare e si protende oltre a realizzare un portico che accoglie, con la sua forma, i fedeli e crea uno spazio che media il passaggio tra ambiente esterno ed ambiente interno e che favorisce l’incontro delle persone prima e dopo la liturgia. Tale passaggio viene enfatizzato anche dalla modulazione della luce: dalla luminosità della piazza si passa alla penombra del porticato sino al semibuio dell’atrio accompagnando così il fedele sino all’interno della Chiesa.
La struttura principale del tetto è costituita da travi in legno lamellare che convergono al di sopra dell’altare enfatizzando questa ascesa simbolica verso il cielo e che idealmente prosegue con il campanile, in legno alto 23 metri, che si erge oltre la copertura verso l’alto, mentre sul versante opposto la copertura con il portico si protende sino a terra rimarcando questo binomio terra-cielo, mondano-divino.
A rendere ancor più evidente questa ascesa verso l’alto della copertura contribuisce la presenza di una superficie vetrata continua, la quale illumina dall’alto il percorso dal portone d’ingresso principale all’altare. Tale percorso è ancor più rimarcato dai vetri policromi della vetrata che dai blu-azzurri (buio della notte) si trasformano lungo il cammino, verso il presbiterio, nei bianchi-gialli luminosi a simboleggiare la presenza salvifica di Cristo sull’altare.
La luce risulta certamente una delle grandi questioni che riguardano l’architettura e la ridefinizione dell’arte sacra sia dal punto di vista simbolico sia quello antropologico-spirituale. Infatti il posizionamento sull’asse est-ovest dell’aula assembleare facilita il rapporto peculiare tra la struttura-edificio e il contesto ambientale e spirituale che si viene a creare con i fasci di luce provenienti dall’abside e dalla vetrata del tetto esposta ad ovest oltre alle grandi vetrate decorate.
“Le fonti luminose permettono di cogliere meglio che Cristo è il Sole che sorge e che con la sua Parola illumina l’assemblea; oppure è la Luce senza tramonto che aiuta a concentrare lo sguardo dei fedeli verso il vero punto di orientamento: il Cri- sto dell’abside o comunque verso il Crocefisso”
(Rev. Prof. Manlio Sodi).
Gli spazi della Chiesa infatti utilizzeranno l’illuminazione naturale privilegiando la luce zenitale come elemento architettonico-simbolico oltre che come principale fonte di luce.
Inoltre particolare attenzione è stata rivolta alle vetrate dell’aula e della cappella feriale, penitenzieria e votiva dove si è sviluppato attraverso l’uso del colore dei vetri soffiati policromi il tema dei Sette Sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucarestia, Penitenza, Unzione degli Infermi, Ordine Sacro e Matrimonio.
Nella vetrata posta a sinistra guardando l’altare, tra la cappella votiva e l’area del fonte battesimale vengono rappresentati i tre ordini sacri della Cresima, Matrimonio ed Ordine Sacro mentre per le due grandi vetrate poste sulla parte posteriore dell’altare, collegate tra loro da un’opera pittorica a rilievo, rappresentano la trasposizione figurata moderna del sogno delle due colonne di Don Bosco (artista Mauro Brattini).
L’area presbiterale costituisce il centro di focalizzazione dell’aula assembleare, dove si innesta l’impianto dello spazio liturgico imperniato su “tre fuochi“: altare, ambone e sede.
Lateralmente in adiacenza all’area presbiterale è ubicato il coro con circa cinquantacinque posti a sedere e diametralmente opposto si trova il battistero illuminato da una grande vetrata artistica raffigurante “lo spirito di Dio che aleggia sulle acque” con al centro il fonte battesimale capace di garantire anche il battesimo per immersione. Il fonte battesimale è di forma ottagonale e da un lato dell’ottagono s’innalza una pietra grezza dalla quale sgorga l’acqua purificatrice del Battesimo.
La penitenzieria è in prossimità dell’ingresso della chiesa come “migliore spazio per il sacramento che introduce nella comunità cristiana” e sul lato diametralmente opposto troviamo la cappella votiva.
Il tabernacolo è collocato all’interno della cappella feriale che è ben delimitata e distinta dall’aula maggiore, mediante pareti vetrate; essa è anche cappella del Santissimo, adatta alla preghiera privata e all’adorazione dei fedeli, accessibile anche dall’esterno e capace di contenere circa sessantacinque posti a sedere. All’interno il tabernacolo è posizionato in modo che sia visibile anche dalla aula assembleare così da concorrere a renderlo percepibile ad ogni singolo atto liturgico. E’ realizzato in marmo grezzo a forma di stele quadrata e a renderlo ancor più evidente “è stata scolpita una fiamma che si erge verso l’alto e sembra lambire la Custodia Eucaristica illuminandola di luce, simbolo della presenza salvifica di Cristo”.
Le tre vetrate che illuminano la cappella feriale rappresentano “in modo simbolico-astratto messi di grano immerse nella luce dorata poste a simbolo eucaristico. La scelta cromatica fa rivivere anche dall’esterno simbolicamente il luogo proprio della custodia eucaristica”.
La sacrestia ha un doppio accesso sia direttamente nell’aula assembleare che dalla cappella feriale, per favorire lo svolgimento delle processioni d’ingresso e di rientro dalla celebrazione ed è direttamente collegata agli uffici parrocchiali.
Il piano interrato, destinato a garages e deposito, è posto al di sotto della cappella feriale, coro, sacrestia ed uffici ed è accessibile esternamente tramite una rampa scoperta dal cortile ed internamente da un vano scala e con la predisposizione di un vano ascensore.
Aspetti tecnologici e costruttivi
L’intero complesso viene realizzato con strutura in cemento armato con fondazione a plinti su pali profondi ml 16, la struttura in elevazione è in pilastri e setti collegati da travi, i solai sono del tipo prefabbricato.
La scelta dei materiali è stata accurata e diversificata in funzione delle caratteristiche tecniche e del loro specifico utilizzo tenendo conto dei costi-benefici.
La struttura della copertura dell’aula assembleare della Chiesa è costituita da travi lamellari curvilinee con pacchetto di copertura isolato e ventilato e con manto di finitura in tegola canadese rivestita in rame anticato (tecu patina). Le coperture piane del fonte battesimale, del coro, della cappella votiva e della penitenzieria sono in legno lamellare e completate da un pacchetto di copertura isolato e debolmente ventilato, con manto di finitura in membrana termoplastica a base di PVC-P.
La pavimentazione interna della Chiesa è in lastre di marmo Trani di Apricena beige e rosa per evidenziare il percorso interno ed il presbiterio. Esternamente la pavimentazione è in pietra di quarzite posata ad opus incertum, la piazza antistante la Chiesa è realizzata con masselli autobloccanti in cls.
Il portone d’ingresso, su bozzetto del maestro Albano Poli, è realizzato con rivestimento esterno in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa e rappresenta la figura della Vergine Maria Ausiliatrice, a cui la Chiesa è intitolata, nell’atto di accogliere sotto il suo ampio mantello, le preghiere di tutti i bisognosi che si rivolgeranno a lei.
L’impianto di riscaldamento per l’aula assembleare è a pannelli radianti a pavimento e suddiviso per zone, mentre per la Sacrestia e gli uffici l’impianto di riscaldamento e raffrescamento con unità indipendente tipo VRF. L’illuminazione interna ed esterna è a led ed è pensata per enfatizzare lo spazio sacro e l’edificio di culto.
Progetto: Arch. Andrea Sopranzi
Committente: Parrocchia San Marone – Civitanova Marche (MC) Parroco Don Giovanni Molinari
Liturgista: Rev. Prof. Manlio Sodi
Collaboratori: Arch. Silvia Degano, Geom. Simone Cardelli, Ing. Massimiliano Cossignani (strutture)
Consulenti: Ing. Giancarlo Ercoli (impianto elettrico), Ing. Franco e Luigi Domenella (progettazione impianto meccanico), Per. Ind. Giacomo Muzi (direzione lavori impianto meccanico)
Collaudo: Ing. Alessandro Mecozzi, Civitanova Marche (MC)
Impresa affidataria opere edili: Crucianelli Restedil srl, Tolentino (MC)
Direttore tecnico impresa: Ing. Andrea Salvatori, Macerata (MC)
Struttura in legno: Stratex, Udine
Manto di copertura: Tegola Canadese spa, Treviso
Vetrate, portone, crocefisso ed arredi sacri: M° Albano Poli, Progetto Arte Poli, Verona
Opera pittorica abside: artista Mauro Brattini, Civitanova Marche (MC)
Panche e confessionali: Genuflex srl, Treviso
Biografia Andrea Sopranzi – Civitanova Marche
Si laurea in Architettura a Firenze nel 1983 con tesi su :”Firenze-Campo di Marte: ipotesi di qualificazione di un polo urbano” pubblicata sulla rivista “il Governo” mensile di politica, economia e cultura della Cooperativa Editoriale “Arnolfo”.
Dal 1986, dopo una esperienza professionale in uno studio a Firenze, si dedica alla libera professione a Civitanova Marche (MC).
L’attività progettuale che svolge si rivolge alla pianificazione urbana (P.P., P.L.), ad interventi di restauro e risanamento conservativo, a nuove costruzioni (residenziali, produttive e commerciali), percorrendo le fasi di Progettazione Preliminare, definizione della relativa Pratica Comunale per ottenere l’autorizzazione a costruire (Progetto Definitivo), fino alla stesura del Progetto Esecutivo e la Direzione lavori dell’opera.