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Progetto vincitore del concorso per la nuova chiesa di Giavera (TV) 

Il fulcro per l’impostazione del progetto d’insieme è stato la riflessione sulla valenza della nuova chiesa-edificio come elemento di ridefinizione e riqualificazione dello spazio urbano. Il tessuto urbano attuale si presenta con un andamento piuttosto irregolare ed evidenzia la mancanza di un ‘centro civico’ che ne diventi il cuore e un punto di aggregazione.

Due direttrici principali orientano la giacitura degli edifici, l’una perpendicolare alla Schiavonesca, cui si riferisce la giacitura del municipio e degli attuali ambienti della parrocchia, l’altra allineata alla via Italia con il tessuto residenziale a nord e i più recenti edifici commerciali a ovest del lotto. 

Il progetto ha scelto di rafforzare la prima di queste direttrici allineando al Municipio le nuove costruzioni e creando un forte e compatto spazio urbano circondato dal verde che si estende in senso longitudinale accanto alla via Schiavonesca inglobando anche una parte della piazza Donatori del Sangue: è la piazza del mercato, delle feste patronali e della vita di ogni giorno, scandita nel disegno da quadrati (un richiamo al progetto della nuova chiesa) che segnano la presenza degli attestamenti principali: il Municipio, l’antica chiesa demolita negli anni ’70, la nuova chiesa. 

L’impianto planimetrico del nuovo insediamento nel suo complesso si costruisce a partire dall’asse verticale dell’edificio-chiesa (che ha nell’altare il suo punto d’origine): il sagrato con la facciata della chiesa sarà quindi ben visibile percorrendo la Schiavonesca come punto di convergenza prospettica del primo attraversamento della piazza (richiamo alla bellissima posizione di S.Silvestro Papa a Selva), e proiettato verso nord in direzione della chiesa dei santi Giacomo apostolo e Cristoforo. 

Il complesso parrocchiale si pone come un fronte permeabile, filtro tra lo spazio pubblico e le aree destinate alla pastorale: il passaggio tra l’area del sagrato e il cortile interno su cui si affacciano le aule del catechismo può essere protetto, mentre il salone parrocchiale può essere aperto direttamente sul sagrato per occasioni particolari o feste patronali. 

La casa canonica si trova al primo piano ed è accessibile attraverso un ingresso indipendente e privato. 

La proposta prevede anche la creazione di una rotonda viaria per riordinare la viabilità in questo snodo, ma sopratutto per ricucire la parte sud, il polo scolastico e la piazza G. Martini, con l’area a nord del paese, attualmente separate. La rotonda si presenta come punto rilevante e significativo di attraversamento dell’abitato urbano, in analogia con quanto avviene nei vicini centri di Bavaria e Arcade.

Al centro della rotonda un ulivo, simbolo della pace, diventa – sul luogo della memoria della sofferenza della guerra – segno di speranza per un futuro di pace e di fratellanza così sottolineati a Giavera dall’annuale la Festa dei popoli. 

In corrispondenza della rotonda nel punto dove l’asse centrale della nuova piazza incrocia via Monsignor Longhin è ricollocata la stele del monumento ai caduti (senza le lapidi). 

Riconoscibilità dell’edificio sacro 

“La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono eguali.” (Ap 21,16) 

La chiesa-edificio è chiamata, come la chiesa composta di pietre vive, ad essere espressione visibile della sua missione storica ed escatologica. Il quadrato è una delle figure geometriche fondamentali e ha sempre avuto un forte valore simbolico: rappresenta la perfezione terrestre e la stabilità e in particolare nella tradizione cristiana rimanda alla Gerusalemme Celeste descritta nell’Apocalisse a pianta quadrata. 

L’impostazione progettuale della chiesa nasce quindi proprio dal quadrato: a partire dall’altare, centro generativo dello spazio liturgico, lo stesso rapporto spaziale si moltiplica nel tamburo della copertura dell’aula, simbolicamente di 12 metri di lato, e in una serie di rimandi che caratterizzano gli altri spazi del progetto. 

Nella volumetria esterna la riconoscibilità dell’edificio sacro è affidata al rivestimento del tamburo che emerge dalla volumetria di base e materializza la sua iconicitá mediante il rivestimento prezioso in ceramica smaltata e tessere musive dorate. Stessi rapporti si ripropongono nella proporzione del portale d’ingresso e nella croce latina che ‘buca’ il fronte lasciando vedere il cielo, segno del passaggio alla Resurrezione. 

Sul sagrato il quadrato della pavimentazione lo caratterizza come un atrio a cielo aperto, spazio che prepara all’incontro con Dio e favorisce la comunione fraterna, luogo di accoglienza per quanti vi passano. 

Profilo estetico, formale 

Nell’aula liturgica il ’pieno’ quadrangolare della ‘cupola’ esterna diventa un grande spazio di luce connotato dal bassorilievo frontale ispirato alla Gerusalemme Celeste, città immersa nella luce. La luce sottolinea in vario modo la presenza dei vari poli liturgici/sacramentali, ed è schermata da vetri stratificati con interposto tessuto metallico dorato in modo da attenuare la luminosità e la visibilità da e verso l’esterno, restituendo al contempo un ambiente caldo e raccolto. 

Nello spazio esterno il patio quadrato connota il luogo d’incontro della comunità: nella buona stagione può essere coperto da teli ombreggianti, ed offre la possibilità di proiezioni all’aperto mentre in occasione delle celebrazioni principali può diventare un’estensione dell’aula liturgica attraverso l’ampia parete di finestre scorrevoli.

In questo spazio si propone di ricollocare il grande pannello della via Crucis, mentre il pannello del Credo può trovare posto sulla parete sud del salone parrocchiale, dentro o fuori in base alle valutazioni della comunità. 

Impianto liturgico 

Lo spazio liturgico ha come centro generatore l’altare; dall’ingresso se ne percepisce immediatamente la centralità evidenziata anche dalla guida centrale sul pavimento. Privilegiando la partecipazione attiva dei fedeli e la celebrazione ‘circumstantes’, ambone e sede costruiscono intorno all’altare uno spazio che invita alla comunione e che coinvolge tutta l’assemblea dei fedeli.

Il tema della Gerusalemme celeste rappresentato a bassorilievo nella lanterna domina con l’Agnello lo spazio del presbiterio: si è per questo scelto di non posizionare il Crocifisso dietro l’altare, ma di collocarlo in un apposito spazio di devozione, accanto all’area battesimale come segno di morte e rinascita alla vita nuova. La posizione del Battistero è all’ingresso, quale sacramento che introduce nella vita della grazia, permette di seguire dall’aula la celebrazione del rito facendone partecipe l’intera assemblea. 

Il luogo della Custodia Eucaristica è visibile sin dall’ingresso, in una posizione prossima all’altare; accessibile direttamente dall’esterno, ha alcune sedute dedicate all’adorazione e al tempo stesso integrate nell’aula per ampliarne la capienza. 

Lo spazio per la devozione alla Madonna Miracolosa è ben presente nell’aula e visibile anche dal patio interno. Accanto alla nicchia della Madonna è posto l’ingresso alla penitenzieria. Lo spazio del coro con l’organo si trova nell’area adiacente all’ambone. 

La sagrestia è posta all’ingresso, ed è raggiungibile direttamente anche dal patio con ingresso di fronte agli uffici parrocchiali. Una chiara distinzione dei ‘luoghi’ facilita i percorsi liturgici. 

Opere d’arte 

L’altare a pianta quadrata è realizzato in un unico blocco di marmo e nelle irregolarità della materia viene delicatamente impreziosito con applicazioni in mosaico e foglia d’oro che simboleggiano la luce della natura divina di Gesù che pervade e trasforma la nostra natura umana. 

L’ambone riprende il tema della luce nella frattura del marmo che richiama la pietra aperta del sepolcro. Elevato di un gradino rispetto alla quota dell’aula si lega alla parete retrostante che ne segna lo spazio come fulcro liturgico. 

La sede del celebrante è posta di fronte all’ambone e in relazione con esso, con l’altare e con l’assemblea; è realizzata nello stesso marmo degli altri poli e segna il luogo della presidenza. 

Sulla parete frontale della ‘lanterna’ si trova la parete scultorea realizzata in tecnica mista con bassorilievi in resina bianca e parti in mosaico dorato che rappresenta ‘La Gerusalemme celeste’, cuore di tutto il progetto. L’agnello è al centro della composizione avvolto dalla Gloria di Dio e su un lato Maria, primizia dell’umanità redenta, si staglia sulla folla di santi che popola la nuova Gerusalemme.

Il bassorilievo riceve luce radente dalle due dalle finestre laterali e più direttamente dalla grande apertura della parete che la fronteggia. La composizione si collega idealmente alla parete dietro l’altare con la fascia rivestita in marmo con una linea dorata al centro che esprime ‘la città che scende dal cielo’. 

La finestra che fa da sfondo al tabernacolo è realizzata in vetro stratificato con tessuto dorato e si apre in direzione della chiesa storica alle pendici del Montello. Il tema espresso sulla porta del tabernacolo è la Gloria di Dio che si manifesta in pienezza nel superamento del sacrificio di Gesù sulla croce, croce che si dissolve in luce. 

Il Fonte Battesimale è ambientato con una finestra dai toni azzurri ed è collocato al centro di una croce con una tonalità diversa sul pavimento, che è leggermente inclinato verso il centro. La roccia che sostiene la conca in bronzo simboleggia la sorgente della grazia. 

Il Crocifisso, scolpito in legno, è collocato sulla parete accanto al battistero; la croce in vetro stratificato dorato si inserisce nella parete. 

Il portale d’ingresso è ‘amplificato’ dalla cornice in muratura che lo circonda accentuando il valore di soglia che introduce nella dimensione del mistero che si celebra all’interno “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvato” (Gv 10,9). Due fasce artistiche in bronzo applicate sulle ante in legno evidenziano la preziosità del passaggio dal pro-fano al fanus e manifestano il senso dell’attesa. 

Aspetti funzionali 

Il progetto esprime una chiara gerarchia degli spazi a partire da quelli più pubblici connessi al sagrato, fino ad arrivare a quelli più privati come la canonica, posta al livello superiore e servita da un accesso indipendente. In questa logica gli uffici parrocchiali sono stati posizionati sull’ingresso verso la corte interna, raggiungibili facilmente sia dalla nuova piazza, sia dagli adiacenti spazi e parcheggi dell’area commerciale. 

Il patio centrale si apre verso gli attuali edifici a servizio della pastorale, e quindi verso il campo sportivo e le aree a verde attrezzato per i bambini: è immaginato proprio come lo snodo delle varie attività, vi si affacciano le aule del catechismo e vi si apre l’atrio che conduce al salone. 

Le aree a parcheggio sono previste tra il campo sportivo e la nuova costruzione. Sono spazi con finitura a battuto di ghiaia e ombreggiate da filari alberati: immaginando che verranno utilizzati principalmente durante le funzioni eucaristiche, per il resto del tempo l’area può essere a servizio delle attività pastorali.

Altri parcheggi ad uso riservato dei sacerdoti e degli addetti sono negli spazi intorno all’edificio e al tendone esistente. Il primo piano della canonica è dotato di ascensore, e oltre all’accesso esterno è servito da un percorso interno che consente di raggiungere direttamente gli uffici parrocchiali e la sagrestia. 

Il lato sud del complesso è rialzato di 30 cm rispetto alle quote attuali del terreno, raggiungendo quindi all’uscita dal patio verso il campo sportivo la quota del terreno: tutti gli spazi sono accessibili senza distinzione di percorsi anche per persone a ridotta capacità motoria. 


Parrocchia dei Santi Giacomo apostolo e Cristoforo Giavera del Montello (TV) 

Committente: Diocesi di Treviso 

Capogruppo: ing. Andrea Tellini 

Progettista: arch. Elena Di Taranto 

Collaboratori: arch. Chiara Signorino – arch. Sofia Nembrini 

Esperto in Liturgia: don Luciano Marotta 

Artista: Centro Ave Arte – Charles Marie des Courtils 


CENTRO AVE ARTE è un atelier di progettazione formato da un nucleo stabile di professionisti e di artisti, e da una rete di collaboratori ed esperti variabile in funzione delle opere da progettare e da eseguire. Si caratterizza per la specifica mission orientata agli spazi celebrativi e liturgici, con l’impegno di coordinare il progetto iconografico e il progetto architettonico fin dai primi passi del lavoro, nella piena collaborazione con i progettisti esterni, o fornendo soluzioni progettuali completamente gestite nei suoi studi. Le opere artistiche (elementi liturgici, vetrate, statue, opere pittoriche o musive) nascono così in una stretta relazione con lo spazio liturgico a cui sono destinate. Il Centro Ave Arte, fondato nel 1961 a Roma, vede oggi il suoi studi nella Cittadella internazionale di Loppiano, nei pressi di Firenze. 


Il gruppo di lavoro: da sx arch. Chiara Signorin, arch. Elena Di Taranto, arch. Sofia Nembrini, Ing. Andrea Tellin 

Andrea Tellini, è stato uno dei soci fondatori ed amministratore della Martinelli Associati srl, a S. Giovanni Valdarno (AR), società che si occupava di attività inerenti alla realizzazione di opere edili di ogni tipologia. E’ socio fondatore AREA Engineering srl, una società di ingegneria che dal 2005 opera nel campo della progettazione e direzione lavori di opere di ingegneria civile e che ha come proprio settore specifico quello dell’ingegneria strutturale applicata ad ogni settore dell’edilizia civile 

Elena Di Taranto, dal 1989 al 1993 collabora a progetti di ricerca presso Dipartimento di Pianificazione Urbana e Territoriale dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma e avvia l’attività professionale in collaborazione con lo ‘Studio Castellucci’ di Teramo. Dal 1993 l’attività professionale si lega stabilmente con gli studi del Centro Ave Arte presso la Cittadella Internazionale di Loppiano, (FI), rivolgendosi prevalentemente alla progettazione di spazi sacri in collaborazione con vari artisti; all’attività lavorativa si affianca la collaborazione per la formazione di giovani artisti e la partecipazione ad attività di convegnistica, ricerca e divulgazione scientifica. 

Chiara Signorino, architetto, ha lavorato alcuni anni presso lo studio dell’arch. Giuseppe Marvelli a Milano, poi per oltre 20 anni ha svolto la sua attività professionale in Messico presso la Cittadella El Diamante in Acatzingo (Puebla) e dal 2014 fa parte dell’equipe del Centro Ave Arte a Loppiano (FI). 

Sofia Nembrini, architetto con 4 anni di esperienza professionale. Ha lavorato presso lo studio Stocker Lee Architetti a Mendrisio, Svizzera. Attualmente collabora a Milano e parallelamente, realizza piccoli progetti indipendenti e svolge attività di ricerca legata alla pubblicazione del suo lavoro di tesi. 

Charles Marie Des Courtils, artista Iconografo e pittore francese è monaco presso la Comunità di Gerusalemme alla Badia Fiorentina a Firenze. Ha svolto la sua attività artistica in Francia e dal 2021 collabora con Il Centro Ave Arte di Loppiano (FI) 

Don Luciano Marotta, presbitero della Diocesi di Sessa Aurunca. Attualmente è Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano e Membro della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e i beni Culturali della Diocesi di Sessa Aurunca. E’ anche Membro della Commissione Liturgica Regionale della Campania.

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