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Mutazioni urbane. La nuova chiesa di San Girolamo a Bari

Testo a cura del prof. Arch. Santo Giunta

In un quartiere periferico di Bari sorge la nuova chiesa progettata da Lorenzo Netti. All’interno di questa realtà edificata, in un contesto pieno di stimoli progettuali e riscontri oggettivi legati alla natura del già costruito, realizza un sacrato come vuoto significativo che cerca un dialogo necessario con il tessuto urbano, in questa parte di città. 

L’attenzione al piano di calpestio, definito dalla giacitura del complesso liturgico e dal cambio di materiale, può essere letto come l’intenzione di sottolineare il vuoto centrale come un luogo tranquillo e senza auto. 

Foto di Antonio e Roberto Tartaglione

L’architettura della chiesa di San Girolamo è un gioco di risonanze, non solo figurative. Queste, in tutto il processo progettuale durato circa 30 anni, costituiscono l’elemento guida per lo studio Netti Architetti. Per Lorenzo Netti progettare costituisce una continua riflessione che ri-orienta la conoscenza della realtà edificata (Scaglione 1996, p. 50). 

La profondità di pensiero e la passione per il disegno rappresentano per lui la via per comprendere, prefigurare e verificare la natura di ogni soluzione e la sua attendibilità, anche di dettaglio. Dai disegni pubblicati emerge la sensibilità del progettista e il suo modo di lavorare che parte dal rilievo del luogo e dalle relazioni con le preesistenze. L’opera si caratterizza anche per l’addizione del complesso liturgico con un altro edificio esistente di proprietà della Parrocchia dal 1958. 

La forma strutturale dello spazio basico dell’aula liturgica è generata dalla geometria del lotto che prende forma nello spazio in trasformazione, mentre il sagrato costituisce uno spazio aperto dove emerge il valore di vuoto: una piazza passante tra i vicini recinti monofunzionali dell’abitato. 

L’intero volume chiesa, volutamente concepito nella massima estensione possibile, crea connessioni spaziali con l’alto campanile che diviene l’elemento caratterizzante della nuova centralità urbana. Queste considerazioni, pur nella brevità di questo scritto, suggeriscono alcuni spunti di riflessione nella relazione concettuale chiesa-campanile. Una relazione che assume, nella definizione e nella modificazione del tessuto urbano esistente, il ruolo di cerniera spaziale. 

L’ampio sagrato realizza una piazza incassata tra la strada, il campanile, il “sacello” estradossato del battistero e il fronte degli ingressi realizzando uno spazio plurimo che unisce e media il complesso liturgico. Il tessuto urbano diventa un vero pro-fanum, cioè un elemento «a favore del tempio, un conforme al tempio» (Valenziano 2005, p. 52). 

Nell’osservare il cammino del fedele verso l’altare e verso la funzione liturgica scopriamo che il sagrato è la prima “stazione”, una piazza urbana che mantiene la sua aura di sacralità. 

Foto di Alberto Muciaccia

La comprensione di queste relazioni, la verifica sul luogo e dei rapporti emergenti con il dinamismo della celebrazione (Giunta 2005) e consapevolezza rinverdita, cercano di leggere e interpretare il luogo. Le relazioni definiscono una «situazione di “dipendenza” energetica tra la chiesa e gli spazi aperti alla città, come se l’effetto “sagrato” travalicasse la prima dimensione per dilatarsi ad “allargare” tutto l’enclave urbano» (Glesleri 2007, p. 52). 

Le scelte progettuali di Netti sono per la comunità l’inizio di una scoperta in divenire. La chiesa disposta secondo l’asse nord-sud, forma uno spazio aperto rispetto alla via San Girolamo e lo spazio del sagrato seguendo l’idea intermedia tra recinto che accoglie il fedele e luogo pubblico. 

Foto di Alberto Muciaccia

I due edifici per abitazioni esistenti posti ai lati del volume della chiesa-campanile vengono di fatto nascosti alla vista dalla nuova costruzione. La forma dell’intero volume contribuisce, attraverso questo spazio di mediazione e soglia d’ingresso, a connettere la comunità con la luminosa aula, consentendo ai fedeli di penetrarvi da un tracciato ortogonale. 

Il progetto affronta le diverse questioni cultuali legate ai luoghi delle “eminenzialità”: la luce, il battistero, l’aula, l’ambone, il bema, l’altare e le relative connessioni. L’edificio liturgico concepito come luogo di preghiera e di aggregazione sociale, attraverso l’alternarsi di spazi pieni e vuoti, interni ed esterni, è un segno tangibile di disponibilità all’accoglienza che è proprio della comunità cristiana. La chiesa invita il fedele a entrare; lo accoglie all’ingresso e lo prepara alla celebrazione della funzione liturgica (CEI, 1996). 

Una delle componenti dell’architettura cultuale è quella di contribuire alla ri-definizione del rapporto tra chiesa e città. La facciata si pone come elemento caratterizzante che non è «del corpo proprio della chiesa, ma dello spazio urbano che vi è sotteso. Gli architetti, che operano nell’organizzazione del contesto, avvertono la necessità che lo spazio eminente della piazza e dello slargo che dà leggibilità e riconoscibilità “al centro” sia caratterizzato da una presenza architettonica in grado di costituire [un] fondale» (Glesleri 2007, p. 54). 

Lo spazio antistante la chiesa s’interseca con la via San Nicolò. L’attenzione del progettista si focalizza sul rapporto con la città e l’edificio liturgico diviene il fulcro ordinatore della struttura urbana. Il reticolo degli isolati sviluppati su differenti quote emerge dal confronto tra l’attacco a terra e la strategia dei percorsi pensati per edificio liturgico. La comunità celebrante accede dallo spazio esterno verso l’ingresso, basso, largo e in ombra e scopre con stupore la luminosità dell’aula. La luce naturale che entra dai lucernari definisce il volume interno della chiesa e delle sue relazioni spaziali che, come una macchina prospettica, sono accentuate dalla dimensione longitudinale richiamando la presenza di un ordine superiore. 

Foto di Alberto Muciaccia

Lorenzo Netti consegna alla città un luogo capace di intessere ampie relazioni, dove la forma del sagrato configura lo spazio sacro e luogo di socializzazione. È segnato, pur nella complessità delle mutazioni urbane, dal carattere costruttivo e progettuale del campanile: presenza fisica, reale e tangibile. 

Il vuoto del sagrato è leggermente in ascesa dalla quota della strada verso la chiesa. Esprime un carattere di “permanenza” mantenendo viva la volontà e la tensione tra soggettività e ragione, tra regola e contingenza (Frediani 1997, p. 103). 

Il tema del limite, del confine, della separazione tra il dentro e il fuori, è risolto per modificare le gerarchie di questo spazio liminale. 

Ed è proprio la visione plurale che trova, come scrive Vittorio Gregotti, la sua oggettività nella ricerca dell’appartenenza dell’opera costruita, «[…] a una tradizione, a una cultura, a un luogo» rispondendo all’aspirazione del progetto come modificazione (Gregotti 1991, p. 71). 

Occorre precisare, in conclusione, come il tema dei percorsi e del dinamismo della celebrazione, affrontato brevemente in questo saggio, alla luce delle norme dettate dal Concilio Vaticano II, tragga origine dalla collaborazione di chi scrive con Pasquale Culotta e con il Centro Studi sulle Arti per la Liturgia diretto da Monsignor Crispino Valenziano. 

Foto di Alberto Muciaccia

Bibliografia 

CEI, Commissione Episcopale per la Liturgia, L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, Paoline editoriale libri, Milano 1996. 

FREDIANI G., La chiesa nella città contemporanea, in Id., Guide per progettare Le Chiese, Laterza, Roma-Bari 1997. 

GIUNTA S., Il dinamismo della celebrazione, in CULOTTA P., PALAZZOTTO E., Adeguamenti completamenti nuove strutture di chiese, Città Aperta edizioni, Troina (En) 2005. 

GLESLERI G., La chiesa come struttura d’ordine compositivo nella plantatio ecclesiae, in CULOTTA P., GRESLERI G., GRESLERI G., Città di fondazione e plantatio ecclesiae, Editrice Compositori, Bologna 2007. 

GREGOTTI V., Dentro l’architettura, Bollati Boringhieri, Torino 1991. 

SCAGLIONE G. (a cura di), Architetti italiani alla VI Biennale di Venezia, in «d’Architettura», n. 16, 1996. 

VALENZIANO C., Architetti di chiese, L’epos, Palermo 1995, 2a ed., Edizioni Dehoniane, Bologna 2005. 


Chiesa parrocchiale di San Girolamo Strada San Girolamo, Bari, Italia, 2023

Foto di Alberto Muciaccia

CEI – Conferenza Episcopale Italiana 
Arcidiocesi di Bari-Bitonto 
Parrocchia di San Girolamo Committente 

Progetto e Direzione artistica: Lorenzo Netti Gloria A. Valente Netti architetti 
Direzione lavori: Diego Bosco 
Progetto degli impianti: Giuseppe Bitetti 

Progetto delle strutture: Chiaia&Zaccaria Engineering Srl
Sicurezza: Luigi Nigro – CNC sstp 

Opere artistiche: Progetto Arte Poli Srl – Verona

Cronologia: 
Progetto preliminare 1995 
Progetto esecutivo 2017 
Realizzazione 2023 

Dati dimensionali:
Superficie del lotto mq 3.651,00 
Superficie dell’Aula Sacra mq 812,40 
Superficie della Sagrestia e Uffici Pastorali 
Posti all’interno dell’edificio esistente mq 111,20 

Costo dell’opera 2.050.000,00 € 

Al lungo iter progettuale ha contribuito una generazione di giovani architetti e collaboratori: 

Egidio Buonamassa, Roberto Carlucci, Michele Caputo, Vittorio Carofiglio, Michele Carone, Maria Cirulli, Graziana A. Cito, Giove Zeus Daresta, Giampio De Meo, Davide De Santis, Marina Dimatteo, Elita D’Onghia, Giovanna Ferri, Martina Gentile, Giuseppe Giannone, Francesco P.Gismondi, Rosanna Lamanna, Francesca Leo,Valentina Mansi, Daniela Martielli, SalvatoreMele, Michele Montalto, Lillo Montemurro, Domenico Pastore, Michelangelo Pinto, Vito Primavera, Valentina Talamo, Anna Zanni.

Fotografie: Alberto Muciaccia
Fotografie: Antonio e Roberto Tartaglione 
Archivio: Netti Architetti 

Gruppo di Lavoro del Progetto Preliminare: Lorenzo Netti, Gloria A. Valente, Grazio Vitantonio Frallonardo, Vincenzo Milella, Pietro Milella, Michele Colasuonno 


Lorenzo Netti (1957) architetto, è stato docente di Disegno dell’Architettura presso il Politecnico di Bari dove ha tenuto corsi di Composizione architettonica, ha insegnato inoltre all’Accademia di Belle Arti di Bari. È redattore della rivista di architettura, arte, comunicazione e design ‘Il Progetto’. Ha pubblicato nel 2015 ‘Basic Architecture’ per i tipi di Librìa. 

Lorenzo Netti ha fondato con Gloria Valente nel 1998 la Netti Architetti che si occupa di progettazione e ricerca. Loro oggetti e progetti sono stati pubblicati da Domus, Casabella, Abitare, Area, d’A, Ottagono ed esposti alla Biennale di Venezia nel 1996, 2002, 2018 e in altre mostre in Italia e nel mondo. 

Netti Architetti ha progettato edifici residenziali pubblici e privati, scuole, spazi per sanità e attività terziarie partecipando a numerosi concorsi di architettura: progetti vincitori per uno spazio ecumenico a Caltagirone (2020), uno studentato a Lecce (2022), scuole d’Infanzia e elementare a Bari (2023). In corso realizzazioni per le città e i territori della Puglia.

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