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La nuova chiesa “Redemptoris Mater” a Cinisi (PA)

Aspetti generali e architettonici 

Il complesso parrocchiale “Mater Redemptoris” costituisce un nuovo “landmark” che si inserisce e dialoga con il territorio circostante. L’intervento risponde alle richieste della popolazione, traducendo le esigenze in forme architettoniche. La particolare forma del complesso (edificio e terreno circostante) contribuirà a dare un’identità netta alla comunità parrocchiale. 

L’approccio progettuale è partito dall’attenta analisi della situazione esistente e dal Documento Preliminare della Progettazione del Concorso di Idee, le cui esigenze hanno trovato risposta nel nostro progetto e precisamente: 

– Ricerca di un’alta qualità estetica e tecnico-costruttiva con l’adozione delle più moderne tecnologie nel settore; 

– Massima attenzione alle esigenze funzionali. La funzione ha un ruolo chiave e non secondario all’aspetto estetico; 

– Rispetto rigoroso delle normative urbanistiche e della sicurezza (fruizione interna ed esterna, strutturale, geologica, antincendio, impiantistica); 

– Ricerca di sistemi costruttivi integrati tendenti al raggiungimento di un buon grado di sostenibilità ambientale; 

– Adozione di materiali ed impianti che favoriscono una facile ed economica gestione e manutenzione dell’edificio (Facile accesso agli elementi tecnologici per modifiche e manutenzioni – Materiali durevoli privi di particolari manutenzione); 

– Adozione di sistemi tecnolgici evoluti tendenti a favorire il risparmio energetico durante l’esercizio (climatizzazione ed energia solare); 

– Ricerca funzionale orientata al massimo soddisfacimento delle esigenze liturgiche. 

Lo spazio-chiesa è costituito da un monolite rivestito in materiale lapideo o similare affiancato da una torre campanaria isolata, che sembra emergere dal terreno, quasi ad unirsi con il cielo, evocando in chiave contemporanea le antiche torri presenti sul territorio circostante. L’uso simbolico della pietra o similpietra, oltre a richiamare la storia dei luoghi evoca le sacre scritture con vari e noti riferimenti. 

La composizione architettonica si avvale anche dell’uso misurato della luce, che esalta le forme e i colori del costruito. Alcuni ambienti, solo apparentemente ipogei hanno delle forature sul tetto giardino che portano luce zenitale all’interno, mentre la navata della chiesa, grazie ad uno sfalsamento della copertura, è illuminata da una cascata di luce zenitale arricchita in alcune zone (crocifisso e fonte battesimale) da prese di luce puntiformi che scaturiscono dalla muratura in pietra, come una grande punteggiatura. 

Internamente lo spazio dell’assemblea si apre verso l’esterno solo sul lato ovest dove una grande vetrata guarda sul “giardino degli ulivi”. In questo elemento fortemente evocativo e scenografico, interno ed esterno si “fondono” al punto che le pietre del giardino esterno sembrano entrare all’interno dello spazio ecclesiastico e la vetrata che li divide sembra realmente incastonata nella roccia. 

Un muro rivestito in tufo o materiale similare, racchiude il giardino e convoglia lo sguardo del fedele verso il cielo e il monte Longa diventando lo scenario naturale che fa da sfondo all’assemblea e al fonte battesimale. Di grande suggestione è anche la sorgente d’acqua che scaturendo dal giardino, scorre sino ad alimentare il fonte battesimale

Relazione con il contesto 

L’area di intervento ha forma pressochè trapezioidale. I nuovi edifici dividono in modo netto lo spazio sacro dalle altre attività, messe in secondo piano. L’ingresso principale avviene dalla contrada Pino Peri, da dove avrà origine il sagrato. Qui è stata riposizionata l’attuale Via Crucis rivolta verso la chiesa e posta lungo un percorso pedonale immerso in una vasta area verde. Il parcheggio per i fedeli è posto in posizione laterale, filtrato da uno schermo verde, in modo da non interferire visivamente con l’ingresso principale e il sagrato. Sul retro si sviluppa la parte privata in cui trovano sede la cappella feriale (dotata di ingresso autonomo), la nursery, la casa canonica, il salone parrocchiale e le aule catechistiche affaccianti su un’area verde destinata al gioco per i ragazzi. 

Il progetto prevede l’edificazione in due lotti di intervento. Con il primo verrà edificata la nuova chiesa mantenendo una fascia di rispetto dai fabbricati esistenti tale da permettere la fruizione in sicurezza degli stessi. Al termine del primo lotto si è proceduto alla demolizione degli edifici esistenti, ad eccezione della casa canonica, con la conseguente edificazione degli spazi accessori. La conformazione planimetrico-spaziale dei nuovi volumi, genera una composizione architettonica compatta, immersa nel verde, dal quale si erge in posizione centrale e dominante il complesso chiesastico. 

Tutti i percorsi che si snodano all’interno ed all’esterno della chiesa sono stati pensati per essere agevolmente fruibili anche dai diversamente abili. 

Aspetti tecnologici 

La chiesa è realizzata con setti portanti in cemento armato, aventi una forte massa di inerzia termica, isolati esternamente con sistema “a cappotto” e dotati di un rivestimento di facciata posato con la tecnologia della facciata ventilata. Infatti un sottile strato di pietra locale è stato applicato su una apposita struttura in alluminio formando una vera e propria pelle esterna/facciata ventilata. Per quanto concerne il controllo della temperatura e dell’umidità, gli edifici si avvalgono di accorgimenti bioclimatici atti al contenimento dei consumi energetici.

Le aperture sono state opportunamente dislocate in modo da ridurre l’insolazione diretta. La particolare conformazione della copertura (realizzata con travi in acciaio), permette la realizzazione di aperture poste in sommità dell’edificio, favorendo un naturale effetto camino, alimentato da prese d’aria esterne ubicate in basso sulle pareti a nord. La temperatura e l’umidità interne, oltre che dalla tipologia dell’involucro, saranno regolate con un impianto di termoventilazione che provvederà al riscaldamento e al ricambio integrale dell’aria interna. 

Considerando la situazione limite invernale, dove si ipotizza una temperatura esterna diurna o serale di circa 12°, l’immissione di aria calda in prossimità e durante l’orario di fruibilità, permetterà di raggiungere la temperatura ideale. Contemporaneamente al riscaldamento, verrà anche ricambiata l’aria interna, con parziale immissione di aria esterna e recupero del calore di quella in espulsione. 

Esigenze liturgiche 

Il sagrato, ampio e accogliente, orienta i cercatori di Dio nell’ampio portale d’ingresso, dove Cristo Risorto, Redentore e Signore della Storia, si fa Via di accesso e Porta di ingresso all’incontro con la sua salvezza nella celebrazione dei santi misteri. Sul sagrato, radunandosi in assemblea e acceso al fuoco nuovo il cero della notte pasquale, il popolo convocato dallo splendore della luce accede con Cristo a celebrare nella gioia il dono della salvezza. 

Per entrare nella comunità del Risorto, il fonte battesimale, che nell’acqua e nello Spirito fa nascere nuovi figli alla Chiesa, immergendoli nel mistero di morte e risurrezione del Cristo, permette una reale discesa nelle acque, l’attraversamento rituale delle fonti della vita, per risalire rinati nella comunità credente ed incamminarsi, rivestiti del Risorto, verso la mensa eucaristica pasquale.

L’acqua battesimale, che esce dalla roccia che è il Cristo (1Cor 10,4), attraversa il suo mistero di morte e risurrezione – l’orto (che rimanda alla Passione) e giardino (che ricorda la Risurrezione) degli ulivi – per diventare sorgente della Salvezza. Il fonte battesimale, distinto ma non separato dall’aula dell’assemblea, consente sia una celebrazione raccolta, sia la partecipazione di tutta la comunità della veglia pasquale

L’ascolto della Parola è la prima tappa del cammino celebrativo della comunità credente. 

La collocazione dell’Ambone pone l’annuncio liturgico della Parola non più solamente davanti ai fedeli in un presbiterio plenario, ma all’interno dell’assemblea che è stata radunata intorno a Colui che parla, al Verbo di Dio, che è nato dalla Vergine Maria. Il cero pasquale, collocato accanto all’ambone, annuncia anch’esso la vittoria del Cristo sulla morte. 

L’altare, di dimensioni contenute, è la mensa preparata col pane e col vino per coloro che sono in cammino. Non si tratta di una grande mensa, ma la sosta eucaristica dei discepoli che hanno camminato con il Risorto, che dopo aver loro spiegato le Scritture, con il cuore pieno di gioia, vengono invitati a condividere il Pane spezzato, per riprendere il cammino.

Il crocifisso che affianca l’altare, luogo della memoria del donarsi del Signore, sorge dal basamento e si allarga verso l’alto, e nell’innalzarsi dello sguardo di coloro che lo contemplano, si eleva il processo di comprensione del mistero di Cristo, insignificante e marginale alla terra e sempre più ampio e glorioso nel cielo. 

Accanto all’altare, affiancato dai ministranti, come il primo dell’assemblea radunata e come pastore in mezzo al suo popolo, colui che presiede la celebrazione trova posto nel suo essere guida della preghiera, restando egli stesso orientato al luogo dove accade l’annuncio salvifico, senza essere lontano o contrapposto alla comunità, evitandogli il rischio di porsi decisamente di fronte ad essa, o diventare un inappropriato destinatario della preghiera (cfr. PNC 10). 

La forma rientrante dell’alzata dei gradini che sostengono ora l’ambone, e ora l’altare offrono una configurazione particolare al luogo liturgico stesso conferendogli una leggerezza ed una sensazione speciale, quasi che essi non si posino saldamente sul tappeto musivo, come se sia l’ambone che l’altare non sorgano dalla terra, ma discendano lentamente dall’alto, dal cielo, da Dio stesso.

Tale accorgimento sottolinea fortemente l’origine teologica, divina, spirituale, ora della Parola che viene proclamata e ora del Pane che è stato santificato. Anche l’uso dell’oro sui vari luoghi liturgici, così come sul leggio dell’ambone (dove si posa la parola di Dio) o sul piano dell’altare (dove sono posti il pane e il vino per l’Eucaristia), evoca regalità e santità, e distribuiscono luminosità e splendore al minimo raggio di luce. Tale originazione teologica risulta più attenuata per la forma artistica prevista per il luogo della presidenza. 

Il tappeto pavimentale, giardino musivo dorato (ripreso dal Duomo di Monreale) su cui sono appoggiati i luoghi liturgici, evoca (rinviando alla Cattedrale) il legame fondante con gli apostoli custodito e testimoniato dalla Chiesa diocesana, e ricorda l’aspetto di dono della fede e dei sacramenti, ricevuti nella continuità/mediazione della tradizione ecclesiale. 

Nello spazio lasciato vuoto tra l’ambone, l’altare e la sede presbiterale, si può collocare il luogo per la celebrazione rituale del matrimonio canonico, per il conferimento della Cresima, per le benedizioni ai fedeli, o per deporvi il feretro nelle esequie cristiane. 

La riserva eucaristica, colonna luminosa, è al contempo il “pane che discende dal cielo” (nella solenne celebrazione festiva) ed il nutrimento per la quotidianità della vita (“con voi tutti i giorni”) nella ferialità della sosta rituale. È la presenza eucaristica del Cristo che unisce tutte le assemblee liturgiche della comunità distese nel tempo, che apre il muro che era frammezzo, che squarcia il velo che divide, che mette insieme il feriale ed il festivo, l’adesso e l’eterno. È la colonna di fuoco che illumina la notte nel deserto, e il pane che sostiene il popolo in cammino verso la pienezza della vita. 

Il grande ciborio-baldacchino che ‘ricopre’ non solo il presbiterio, ma tutta l’area assembleare nella sua ampiezza (decorato da scintille di luce situate a forma di colomba in alto sull’assemblea, come richiamo all’effusione della Pentecoste), allo stesso tempo adombra dello Spirito del Cristo la comunità radunata e dà consistenza alla domanda del dono eucaristico dell’unità: “lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo” (Preghiera eucaristica II). Ogni fedele che entra nella celebrazione viene a porsi – come lo è per la Vergine Maria – sotto l’azione dello Spirito Santo. 

La statua della Vergine è per questo anch’essa collocata nell’assemblea, vicina ai suoi figli. Essa, quale Madre del Redentore, non può che essere posta tra il ricordo (“serbava tutte queste cose”) della vita del figlio morto e risorto e la celebrazione attualizzante del mistero di Cristo nella Parola proclamata e nel Pane spezzato. Per questo essa è posta tra l’«orto-giardino degli ulivi» (=Passione e Risurrezione) e l’altare e l’ambone, perché – come Odigitria – «tutto quello che vi dirà, fatelo» (Gv 2,5). 

La penitenzieria, situata all’ingresso del luogo liturgico, ripropone, come nuova tavola di salvezza, il dono della misericordia, che nasce dalla parola e dalla morte di Cristo. Il peccatore, momentaneamente separato dal suo peccato dal resto della comunità, riconciliato dal Cristo e con la Chiesa, ritorna a prendere parte all’assemblea eucaristica. 

La creazione stessa si avvicina ed entra nell’agire celebrativo della comunità: la salda roccia (su cui edificare la casa e fondare la chiesa), gli ulivi centenari (opera del Creatore da custodire e coltivare, e concreta memoria pasquale della Passione del Maestro), il verde rigoglioso della penitenzieria (dove il tralcio che ritorna unito alla vite porta nuovamente frutto), l’acqua battesimale (fonte di vita e di rinascita nello Spirito), la luce (che entra discreta ad avvolgere i luoghi celebrativi della salvezza). 

L’orientamento spaziale del luogo non è solo orizzontale (dall’ingresso all’altare, dal portale al grande quadro di fondo di Maria discepola e madre nella fede), ma anche verticale (verso il crocifisso glorioso e la luce che scende dall’alto sull’assemblea) e trasversale (dall’ambone al fonte battesimale, dal posto per la Schola cantorum alla statua della Vergine, dal giardino degli ulivi alla presenza del pane eucaristico, dalla penitenzieria al ministero presbiterale) e circolare (avvolgendo intorno il fonte battesimale, l’ambone e l’altare). 


Relazione artistica delle opere scultoree
per la nuova Chiesa di Cinisi 

Bassorilievi sulla vita di Maria 

I bassorilievi sono stati scolpiti nelle lastre di marmo di Galizia,in negativo e occupano la parete dietro l’altare della Chiesa . Il materiale è stato scelto per cogliere al meglio tutti gli effetti chiaroscurali del modellato inoltre la suo colore è simile a quello delle rocce calcaree presenti in loco . Le sculture rappresentano i fatti più significativi della vita della Madonna: Annunciazione, Natività, nozze di Cana e Pentecoste, esprimendo l’incidenza della vita di Maria nel cristianesimo e nella via della salvezza dell’uomo. 

I bassorilievi realizzati in “negativo” si rivelano nella loro plasticità solo in particolari condizioni di incidenza della luce, come una visione di una dimensione spirituale che pur essendo sotto i nostri occhi non sempre ci è dato di percepire. La luce proveniente dall’alto ci suggerisce dunque un aggetto tridimensionale frutto di un’illusione ottica. 

La scelta stilistica richiama inoltre il valore dell’impronta: l’impronta è una mappa del cammino, perché seguire le orme conduce alla méta con certezza; ma questa certezza è anche discreta, non obbligante. Il lavoro “in negativo”, appare come scultura di luce. A seconda del punto di vista da cui si approccia l’opera, luci e ombre dialogano in modo differente, offrendo e celando dettagli che invitano, così, ad una sempre nuova scoperta. 

Scultura della Madre del Redentore 

La scultura è la roccia a cui ci si può aggrappare nelle tempeste dell’esistenza umana, è uno dei fulcri verso cui si orienta la spazialità interna dell’edificio. L’immagine dall’andamento verticale è un imponente blocco marmoreo grezzo alto 2,5 metri che culmina con le figure della Madonna e del Redentore bambino che mostra la via da intraprendere a noi e a sua Madre stessa. La Madonna ha un atteggiamento protettivo ma anche uno sguardo consapevole della missione che è chiamata a compiere (Maria serbava tutte queste cose nel suo cuore). 

La spinta discendente dell’ambone, che rappresenta il verbo che si cala dall’alto, è bilanciato dalla forza ascensionale della statua, entrambi fuochi di un ipotetico ellisse su cui si sviluppa la spazialità in cui ruotano gli astanti, in atteggiamento attivo e non come semplici spettatori. La Chiesa non è un teatro in cui si simula l’evento sacro ma il luogo in cui si manifesta realmente sotto i nostri occhi (eucarestia). 

Bassorilievo del Cristo Risorto per il portale 

Il bassorilievo raffigurante l’immagine del Cristo risorto è inserito nel portale ed è realizzato in bronzo mediante la tecnica della fusione a cera persa. 

La scultura rappresenta l’immagine del Cristo che partendo dalla condizione terrena ci sospinge verso l’alto assieme a Lui, le geometrie più astratte simboleggiano la dimensione tumultuosa da cui elevarsi. 

Il Redentore con le braccia aperte accoglie l’intera umanità. Il Bassorilievo aprendosi con i battenti verso l’interno della Chiesa indica la via che dobbiamo percorrere con l’intera comunità religiosa. 

Il portale richiama la più alta tradizione dell’architettura sacra, delineando la soglia, oltrepassata la quale si entra in una dimensione spirituale. 

Gabriele Garbolino Rù 


Lo studio KUADRA nella foto da sx: Arch. Manuel Giuliano, Arch. Giorgia Angonova Menardi, Arch. Andrea Grottaroli, Designer Roberto Operti. 

Lo studio KUADRA, viene costituito nel 2001 dall’architetto Andrea Grottaroli e dal designer Roberto Operti, e dai collaboratori Manuel Giuliano architetto, Giorgia Angonova Menardi architetto, Francesco Rovera architetto, Ivan Sordello designer, Andrea Olivero designer, Michela Mondino architetto, Eliska Dufka architetto, Elena Kleijne Designer, Chiara Marcenaro Architetto, Andrea Dalmasso architetto. 

E’ uno studio multidisciplinare che si occupa di progettazione architettonica pubblica e privata, design di prodotti industriali e complementi di arredo, progetti di interior design (interni residenziali, allestimenti fieristici e commerciali a livello internazionale). 

Lo studio si occupa inoltre di graphic design, (dallo studio dell’immagine coordinata di Enti ed aziende, alla creazione di logotipi e siti internet). 

All’attività professionale si affianca la partecipazione a numerosi concorsi di architettura e design dove si segnalano diverse affermazioni e riconoscimenti. 


La nuova chiesa “Redemptoris Mater” a Cinisi (PA)

Project Name: Church Redemptoris Mater 

Office Name: Studio Kuadra 

Office Website: www.kuadra.it 

Social Media Accounts: instagram studio.kuadra 

Contact email: kuadra@kuadra.it 

Firm Location: Cuneo, Via Peveragno n°9, 12100. Italy 

Completion Year: 2023 

Gross Built Area (m2/ ft2): 1267 mq 

Project Location: Cinisi, Contrada Piano Peri 

Program / Use / Building Function: Church 

Lead Architects: Studio Kuadra, Andrea Grottaroli, Manuel Giuliano 

Lead Architects e-mail: kuadra@kuadra.it 

Photographer 

Photo Credits: Moreno Maggi 

Fornitura Banchi in legno Bibolo con seduta e schienale ergonomico: Falegnameria Ferrantelli di Alcamo (TP) 

Opere scultoree per la nuova Chiesa di Cinisi: 

Bassorilievi sulla vita di Maria, Scultura della Madre del Redentore, Bassorilievo del Cristo Risorto per il portale 

Artista: Gabriele Garbolino Rù

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