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“La cultura batte il tempo”: Antelami a Fidenza

Riscoprire oggi il significato del martirio di san Donnino, rintracciare i segni di una città fondata e trasformata sulle spoglie del santo, sulle sue inventiones e le sue sepolture, sono stati i propositi che la Diocesi di Fidenza si è prefissata nell’occasione di questo anno, in cui Parma è stata proclamata capitale italiana della cultura

“La cultura batte il tempo”: un claim che ha accompagnato la candidatura per raccontare diverse temporalità storiche della città e del suo territorio, integrate con le storie di una temporalità parallela, quella della gente che resta e che viaggia da e verso la città, con lo scopo di favorire un’osmosi culturale e sociale e di restituire all’azione culturale un ruolo fondamentale per la crescita di una comunità.

La cattedrale di Fidenza in origine chiamata città di Borgo San Domino, fondata sul luogo di sepoltura del martire cristiano

E questo non può che compiersi attraverso una lettura del presente “nel solco della tradizione che ci precede” (O. Vezzoli, Vescovo di Fidenza), attraverso un rinnovato interesse verso i valori identitari della nostra cultura, dell’arte e della fede, per chi nel passato ha rappresentato un esempio di stile di vita, per chi ha trasformato una vita difficile in un cammino di fede e di liberazione, di libertà.

San Donnino, martire cristiano abbandona la corte dell’imperatore Massimiano per servire Deo; dopo un viaggio periglioso, che in realtà è una fuga coi suoi compagni, viene raggiunto dai soldati imperiali e decapitato; miracolosamente con la propria testa in mano riesce a raggiugere, di là dal fiume Stirone, il luogo della sua prima sepoltura, tra una selva, su cui verrà fondata la prima chiesa.

Da lì prende avvio la città di Borgo san Donnino, oggi Fidenza.

Benedetto Antelami, Maestà Mariana (Museo del Duomo di Fidenza)

La sua vita è raccontata sulla facciata della cattedrale da Benedetto Antelami e dalla sua officina, nei primi anni del XIII secolo; insieme alle scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, che si intrecciano con la storia del viaggio e della visita, quelli dei Magi verso Betlemme e quello dei pellegrini, che in un lungo corteo si dirigevano verso Roma lungo la via romea.

Viaggio e fuga, martirio e liberazione sono le trame che scorrono in un racconto iconografico scolpito di rara forza e bellezza.

I recenti restauri e gli studi scientifici che li hanno affiancati, hanno permesso di approfondire la sua conoscenza, soprattutto dal punto di vista storico e architettonico.

Anche la Maestà mariana di Benedetto da poco rientrata dal laboratorio di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure ha una nuova storia da raccontare.

Sala del matroneo nord dove documenti d’archivio e pannelli descrittivi raccontano la storia delle sepolture del santo

Ora, sarà possibile rivedere molto da vicino questa narrazione di martirio e di fede, di pellegrinaggi e di simbolismi, attraverso un nuovo percorso, non solo espositivo, ma accompagnati anche da meditazioni musicali e dalle riflessioni di teologi, storici e critici d’arte e da scrittori (il priore di Bose Enzo Bianchi, lo scrittore Luca Frigerio, lo storico e critico d’arte Carlo Arturo Quintavalle, lo storico dell’arte e canonico della cattedrale di Firenze Timothy Verdon).

Nel nuovo allestimento del museo diocesano sarà proiettato un video sulle fasi costruttive della chiesa, grazie alle recenti scoperte archeologiche, che hanno avvalorato l’ipotesi di una chiesa preesistente (XI secolo) più corta, monoabsidata e con due campanili, abside che continuò a permanere fino al compimento del cantiere antelamico e che fu abbattuta con la costruzione della nuova e della cripta allungata sottostante.

Fonte battesimale in marmo scolpito.

Voci narranti si focalizzeranno sul prezioso calice renano di san Donnino e sulla Madonna in trono dell’Antelami e, al primo piano, sul fonte battesimale. Nel percorso di collegamento con la cattedrale, troverà luogo un’esposizione di oggetti e manoscritti sulla storia della fondazione di Borgo san Donnino sul martirion, per proseguire nella prima sala del matroneo nord, dove documenti d’archivio e pannelli descrittivi racconteranno la storia delle sepolture del santo.

In una seconda sala del matroneo sarà proiettato il racconto artistico e teologico della facciata che potrà essere consultata grazie ad una proiezione touch, dove i visitatori potranno ‘interrogare’ con un semplice tocco le scene iconografiche e leggerne una descrizione dettagliata.

Le scene di vita di San Donnino scolpite da Benedetto Antelami sulla facciata della Cattedrale di Fidenza

A seguire, nel punto in cui il matroneo si apre sulla navata centrale, selezioni in scala al vero del velario della facciata utilizzato come rivestimento dei ponteggi durante il restauro, che opportunamente ritagliate consentiranno un contatto vis a vis delle opere dell’Antelami.

Infine la vita del santo (alla corte di Massimiano, la conversione-persecuzione, il Martirio, l’Inventio, i miracoli) raccontata con proiezioni che si susseguiranno alternandosi tra il matroneo nord e quello sud.

Il percorso si concluderà scendendo lungo la scala della torre nord, dove i visitatori potranno sostare davanti alla suggestiva cappella del vescovo Garimberti ricavata in spessore di muro al di sopra del portale nord.

Il percorso termina all’interno della cattedrale dove i visitatori potranno avvicinare le due sepolture del martire Donnino, l’una, quella più antica, rimpiegata quale altar maggiore, l’altra quella risalente al XV secolo, recentemente traslata dalla cripta all’interno della cappella della “Ferrata”.

Infine, ad ottobre, nell’ambito della Festa della Storia, si terranno conferenze di carattere scientifico sulle recenti scoperte della storia della chiesa di Borgo di cui si citano solo alcune: dalla nuova lettura della fondazione di un locus sancti (Carlotta Taddei), ad un’ipotesi di datazione del mattone-reliquia di San Donnino (Maria Parente), alla ricostruzione delle fasi dei cantieri medievali (Nadia Montevecchi), utile strumento per la datazione e la cronologia delle sculture in facciata e in abside, alle Maestà Mariane (Arturo Carlo Quintavalle) e al restauro della Madonna in trono di Antelami (Paola Franca Lorenzi, OPD) al sarcofago paleocristiano prima sepoltura nota del martire (Roberta Conversi, MIBaCT), di recente divenuto altare (Barbara Zilocchi).”

Arch. Barbara Zilocchi, laureata al Politecnico di Milano, è specializzata nel restauro e riuso di edifici e complessi monumentali. Ha diretto diversi cantieri nella cattedrale di Fidenza, tra cui il restauro della facciata e dell’abside e collabora con la Diocesi.

Arch. Manuel Ferrari, laureato all’Università di Parma, vive e lavora a Piacenza, è direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Piacenza ed è consulente dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Fidenza. Sta curando il progetto “Antelami a Fidenza. Rivivere la passio di san Donnino” insieme a Barbara Zilocchi.


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