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Il nuovo presbiterio per una celebrazione più partecipata

CHIESA DI SAN FRANCESCO A MONTELUPONE (MC)

L’intervento di realizzazione del nuovo presbiterio per la Chiesa di San Francesco a Montelupone (MC) crea uno spazio che lega moderno e antico, pur nella distinzione chiara dei due elementi

S.ecc. Mons Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.

Questo intervento di realizzazione di un nuovo presbiterio per la Chiesa di San Francesco nasce dal desiderio di favorire una celebrazione solenne e partecipata, entro un contenitore storico in cui l’altare precedente era già stato demolito da molti anni, per un precedente adeguamento liturgico piuttosto improvvisato.

La scelta simbolica è stata quella di collocare nel contesto antico un arredo chiaramente contemporaneo per le sue linee essenziali, i materiali in condizione di massima pulizia formale e di finitura, ben evidenti nelle loro funzioni, pensate così da lasciare agio all’azione liturgica.

Il coro ligneo sullo sfondo abbraccia il presbiterio, incorniciando i poli liturgici in un insieme unico.

Il bellissimo coro ligneo sullo sfondo abbraccia il presbiterio, si lega ad esso per la colorazione in legno scuro del pavimento del nuovo arredo e della Sede. Si è così creato un insieme che lega moderno ed antico, pur nella distinzione chiara dei due elementi. Il coro, nei casi di celebrazione solenne, non è così semplice sfondo, ma diventa la sede presidenziale, circondata dagli scranni dei concelebranti.

L’altare, un cubo in marmo che sembra emergere dal pavimento, esprime insieme simbolicamente: Cristo roccia su cui è fondata la Chiesa, il perno attorno a cui ruota la celebrazione, cioè la preghiera della comunità, ma anche, per la suggestione ottica del suo moto ascensionale, Cristo che risorge e sale verso il Padre.

La custodia eucaristica, quasi sospesa tra cielo e terra, eppure ancorata ad un pilastro della cupola, esprime insieme per la preziosità del colore dorato un punto di attrazione, ma resta comunque un elemento e non il fulcro che è l’altare.

L’ambone con il mosaico esprime il simbolo della Parola, molteplice e diversa nei tanti libri di Antico e Nuovo Testamento, eppure costituente un unico disegno, la sua solidità ed assieme levità è suggerita dalla struttura in lamina di metallo, come la presenza del cero collega la Parola con l’annuncio pasquale della resurrezione.

Come si può ben comprendere c’è lo sforzo di elaborare una estetica semplice, correttamente espressiva dei significati della fede e della liturgia, che non si limita però a ripetere stilemi e forme classiche.

Una operazione nel complesso interessante, nella quale si inserisce il crocefisso ligneo, opera unica e molto libera da riferimenti iconografici classici, data anche l’assenza della croce, ma che non disturba nel linguaggio complessivo dell’allestimento.

Materiali naturali e scrupolosità artigianale

Il progetto per un nuovo allestimento della chiesa di San Francesco a Montelupone, avallato dalla diocesi di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale per ridare dignità alle celebrazioni religiose che, dall’epoca del terremoto, venivano svolte all’interno di una inadeguata sala parrocchiale a causa dell’inagibilità di tutte le chiese del paese. L’intervento nel complesso è stato realizzato coinvolgendo imprese, artigiani e artisti locali.

Il nuovo ambito presbiterale si configura come un ampio pavimento in legno, poggiato al di sopra del presbiterio “storico”. Qui trovano una ponderata collocazione i nuovi arredi – l’altare, l’ambone, la presidenza ed il tabernacolo.

L’intero progetto prende forma a partire dalla scelta di materiali unici ed autentici. Lastre di marmo calacatta arabescato per l’altare; travertino in falda per il mosaico dell’ambone ed il pavimento della pedana rialzata; massello di wengè per la sede presidenziale, il tabernacolo, il pavimento e le panche. I nuovi arredi sacri che prestano servizio ai diversi momenti della liturgia sono uniti da un filo conduttore chiaro, l’ottone. Un materiale prezioso, duttile, estremamente versatile e luminoso che connota e lega tra loro l’altare, l’ambone, il tabernacolo e la sede.

Dal punto di vista planimetrico i nuovi arredi si dispongono letteralmente attorno all’altare. La presidenza trova posto a lato del presbiterio tra il coro e l’assemblea. L’ambone è una vela metallica rivestita in legno e mosaico è posizionato alla destra dell’altare (lato celebrante) e la sua struttura sporge fuori dal presbiterio verso i fedeli. Leggermente ruotato in direzione della “sede” permette al celebrante di essere primo ascoltatore della parola. Il Tabernacolo è uno scrigno che custodisce preziosamente l’eucarestia, saldamente ancorato ad uno dei quattro pilastri dell’ideale “ciborio”, è contenuto al di sotto della “cupola” che sovrasta il presbiterio.

Per dare dignità e presenza all’assemblea riunita sono state realizzate le nuove panche in legno capaci di contenere fino a cinque fedeli. Il design di questi elementi garantisce una numerosa partecipazione alle funzioni e permette maggiore raccoglimento. Il legno di wengé utilizzato per le panche, la sede ed il pavimento del presbiterio si armonizza con le note scure del coro storico. L’arredamento ligneo abbraccia calorosamente l’altare individuandolo come baricentro visivo di tutta l’assemblea – Unica nota candida in un ambito dominato prevalentemente da toni caldi.

Arch. Andrea Stortoni, Cresciuto in un piccolo paese delle Marche – Montelupone – nasce da una famiglia di artigiani, operai e artisti. Architetto libero professionista è membro di CIVICO1O co-working (operante temi di architettura, energetica e strutture sito nel comune di Montelupone, Macerata). In questi anni ha ideato e sviluppato progetti per committenti pubblici e privati realizzando spazi residenziali, spazi collettivi e arredi liturgici. www.andreastortoni.it


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