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Il nuovo complesso parrocchiale della Chiesa San Paolo VI a Forlì 

Il progetto vincitore del concorso per una nuova Chiesa nel quartiere Romiti, a Forlì, si identifica come elemento principale della nuova espansione urbana e territoriale. Grazie alla collocazione sul fianco della Chiesa di uno slanciato campanile, l’edificio Sacro diviene un perenne riferimento visivo nella pianura forlivese 

L’area oggetto d’intervento si trova a cavallo tra la citta e la campagna. Il lato maggiore dell’area di progetto segue l’andamento dell’antica centuriazione Romana, silenzioso segno di un antico passato che a partire dalla via Emilia ha delineato l’attuale configurazione della campagna Emiliano Romagnola. L’andamento perpendicolare e parallelo alla via Emilia costituisce ancora oggi un forte segno di organizzazione del territorio, e osservando la zona da una visuale aerea si rileva come l’area di progetto faccia parte di tale disegno complessivo.

Questo aspetto ha influito in maniera significativa nella definizione dell’orientamento generale del progetto, che invece di uniformarsi al sistema viario di via Valeria si riconnette ad un sistema ben piu ampio di riferimento. La variazione di orientamento rispetto al tessuto residenziale di via Valeria e via Papirio è motivata dal desiderio di identificare già a scala generale il Nuovo Centro Parrocchiale come un elemento primario della nuova espansione del quartiere Romiti.

La rotazione rispetto all’edificazione residenziale esistente chiarisce immediatamente il carattere peculiare del nuovo complesso, che si adatta al tessuto senza pero confondersi con esso.

Elemento fondante nella definizione del progetto per il Nuovo Centro è la riconoscibilita immediata del complesso Parrocchiale e principalmente dell’Aula Liturgica. La Chiesa, posta su via Valeria, risulta ben visibile da punti strategici e identificativi del quartiere Romiti, come l’incrocio tra via Firenze e via Valeria (su cui insiste peraltro l’attuale Chiesa del quartiere) o la scuola elementare.

Grazie alla collocazione sul fianco della Chiesa di uno slanciato campanile, l’edificio Sacro diviene un perenne riferimento visivo nella pianura forlivese, oltre che richiamo acustico in occasione delle celebrazioni. 

Aspetti architettonici del centro parrocchiale 

La connessione tra il nuovo centro parrocchiale e la citta si identifichera nella Piazza dei Romiti, che si estende tra il Sagrato e via Valeria. L’architettura del complesso Parrocchiale si configura in questo luogo mediante una forma concava, che richiama antiche esedre di origine Romana (che ribadisce, oltre alla centuriazione, la Fondazione Romana di questo territorio), e genera uno spazio pubblico che ispira un senso di accoglienza, quasi si trattasse di un abbraccio con cui il nuovo Centro Parrocchiale accoglie il quartiere Romiti e tutti i suoi abitanti.

Una configurazione spaziale di questo tipo non risulta aliena rispetto all’architettura delle chiese Forlivesi: nella Chiesa di Sant’Antonio Abate in Ravaldino, situata in corso Diaz, ritroviamo una situazione spaziale analoga, dove il fronte dell’edificio di arretra in maniera circolare, generando uno spazio di accoglienza per i fedeli.

Il Centro Parrocchiale sarà caratterizzato da una corte interna proporzionata agli edifici che su di essa affacciano. Si tratta di un luogo sicuro ma al contempo aperto alla comunita, che potrà essere protetto durante le ore notturne e aperto durante quelle diurne, grazie a 3 accessi ben identificabili. Dalla corte sara possibile accedere rispettivamente ad aula liturgica, uffici, casa canonica, locali di ministero pastorale (contenenti anche Azione Cattolica, Agesci, Rinnovamento dello Spirito Santo).

Gli ambiti sopra descritti, ad eccezione dell’aula liturgica, sono volumi a un solo livello che facilitano l’accessibilità per portatori di handicap. Uffici, canonica e locali di ministero pastorale sono studiati secondo una maglia strutturale modulare che consente una razionale suddivisione degli spazi interni, caratterizzati da sobrieta nella configurazione e nell’uso dei materiali. Gli uffici sono direttamente accessibili dalla corte e garantiscono i servizi e gli spazi necessari a tutte le funzioni amministrative e di gestione del centro parrocchiale.

Gli uffici saranno dotati di connessioni ed impianti di comunicazione di ultima generazione e la loro configurazione spaziale garantira luoghi di riunione di carattere pubblico e spazi di riflessione e dialogo di carattere privato.

La casa canonica e suddivisa in due parti: una dedicata ad ospitare parroco, prete anziano e cappellano ed una dedicata ad ospitare un’eventuale famiglia di appoggio. L’appartamento dedicato al parroco e in connessione diretta con gli uffici ed entrambi gli appartamenti hanno ingresso indipendente e sono collegabili internamente.

L’introspezione della casa canonica e garantita da un innalzamento del piano di calpestio a una quota di circa 80 cm superiore rispetto a quello della corte Paolo VI. I locali di ministero pastorale sono composti da 14 aule di catechismo e dal salone parrocchiale.

Tutti gli spazi sono dotati di ampia illuminazione naturale che garantisce un ottimo rapporto aero-illuminante. Nel complesso la corte San Paolo VI e coperta da un’aggettante pensilina di forma ellittica che unisce tutti i corpi e consente lo spostamento da un edificio all’altro in maniera protetta dalle intemperie.

Sotto la pensilina potranno essere ospitate attività di vario genere e gli spazi esterni che si generano contribuiranno ad arricchire l’articolazione delle funzioni svolte nel centro parrocchiale contribuendo alla sua vitalità in tutti gli orari della giornata e durante tutto l’anno. 

Aula liturgica 

Una partecipazione pienamente attiva da parte dell’assemblea dei fedeli alla liturgia ha costituito l’obiettivo principale del progetto per l’aula liturgica.

Per ottenere questo risultato si è scelto di disporre un’assemblea in cui il cardine centrale e rappresentato dall’area del presbiterio. Attorno al presbiterio l’assemblea trova posto su tre lati e tale aspetto genera un senso di collettività e vicinanza all’azione liturgica che determinano un forte coinvolgimento dei fedeli durante le celebrazioni.

Lo sviluppo dello spazio interno della nuova Chiesa di Santa Maria del Voto in Romiti è caratterizzato da una forte dinamicità generata da potenti murature perimetrali in laterizio. Pareti curve si alternano a paramenti rettilinei e tale configurazione determina un interno pulsante, alternando momenti di espansione a situazioni di distensione.

Per le murature perimetrali è stato scelto un mattone con stilatura dei giunti a filo, al fine di massimizzare l’effetto massivo delle pareti. Lo stereometrico involucro in laterizio della chiesa è internamente scavato e contiene al suo interno uno spazio dalla spiccata verticalità. 

Se a piano terra la fruizione dello spazio è lasciata libera e flessibile, senza interruzioni a livello planimetrico, dal punto di vista volumetrico interno lo spazio è trattato in maniera articolata. Una struttura in legno genera una spazialità tipica di una chiesa con pianta a croce. 

Tale scelta ha molteplici significati: da un punto di vista percettivo consente di restringere la sezione verticale della chiesa, che visivamente acquisisce maggiore verticalità e senso di trascendenza. I fedeli, che spesso lamentano di non riconoscere come Chiese molte delle aule liturgiche contemporanee, si sentiranno perciò avvolti da uno spazio a loro familiare, poiché per la maggior parte abituati a una percezione della volumetria interna tipica delle chiese tradizionali con pianta a croce.

La struttura di legno non ha pero soltanto una funzione volumetrica e percettiva dello spazio: si tratta infatti di una soluzione tecnica che consente, mediante le caratteristiche fonoassorbenti del legno, di eliminare la rifrazione del suono spesso connaturata a spazi interni di grandi dimensioni come le chiese.

Tale struttura costituisce inoltre un’abile soluzione tecnica per convogliare la luce naturale all’interno dell’aula, fungendo da vero e proprio “Cannon lumiere” . 

Se sovrapponiamo infatti una planimetria dell’aula a piano terra e una planimetria a quota superiore notiamo che tra le due si generano degli spazi liberi illuminati dall’alto. Proprio questi spazi sono deputati alle opere artistiche richieste dal programma iconografico che trovano collocazione in luoghi specifici e sono illuminate da ampi lucernai posti in copertura.

Questi luoghi, diaframmi liberi fra le possenti murature in laterizio e la struttura di legno, sono percorribili come un ambulacro, e consentono alle funzioni religiose di percorrere perimetralmente la Chiesa sino a giungere dalla sacrestia all’asse principale dell’edificio, senza creare alcun disagio all’assemblea riunita per la celebrazione.

L’attenzione al tema della luce naturale ha coinvolto tutte le fasi di progettazione ed è stato utile sfruttare durante le fasi di progetto plastici in scala adeguata a comprendere il reale funzionamento delle soluzioni di illuminazione poste in essere. Particolare attenzione è stata riservata all’illuminazione della zona del presbiterio.

Come in abili esempi delle architetture del XX secolo (ricordiamo ad esempio il dispositivo luministico di San Giovanni Bosco a Bologna, dell’Architetto Giuseppe Vaccaro) il soffitto ligneo di copertura si arresta prima del muro di fondo del presbiterio e questa soluzione consente di realizzare un ampio lucernaio che inonda di luce l’area presbiteriale.

La struttura di legno, realizzata mediante listelli orizzontali alternati, sostenuti da cavi di acciaio appesi alle travi reticolari di copertura, non è totalmente opaca e lascia intravedere le pareti murarie perimetrali, generando interessanti giochi di trasparenze che conferiscono un senso di leggerezza a tutto il sistema.

La luce non è totalmente direzionata verso il basso dalla struttura a listelli in legno e questo consente di illuminare in maniera indiretta lo spazio dell’assemblea, che risulta che in essi si svolgeranno.

La schola cantorum/organo sono posti, come prescritto dalla nota pastorale per la progettazione di nuove chiese, tra assemblea e presbiterio e costituiscono uno dei tre lati con cui l’assemblea cinge la zona del presbiterio, garantendo un’ottima trasmissione del suono all’interno di tutta l’aula liturgica.

La sacrestia si trova immediatamente dietro l’opera scultorea posta alle spalle del presbiterio. Questo spazio è articolato in piu ambienti che consentono l’adeguata preparazione delle cerimonie e anche il dialogo riservato con i fedeli. La sacrestia è allestita con ampie armadiature e all’interno di questo spazio è presente una scala che raggiunge la copertura per la manutenzione dei lucernai e del tetto. Tale scelta è imputabile a un’attenzione in fase di progettazione anche al tema della manutenzione dell’aula, aspetto spesso dimenticato nella progettazione.

L’aula liturgica è accompagnata, nel versante est, da una cappella Feriale di dimensioni proporzionate ad ospitare l’assemblea dei fedeli che si riuniscono per le celebrazioni durante l’arco della settimana: uno spazio piu raccolto e contemplativo, in cui ciascun fedele puo ritrovare la propria interiorità e raccoglimento pur nella partecipazione collettiva.

L’illuminazione naturale diurna è accompagnata da un’illuminazione serale artificiale che si sviluppa secondo due direttrici. Gli ampi lucernai sopra citati sono integrati da una serie di faretti orientabili che durante le celebrazioni notturne consentono di ottenere effetti di illuminazione analoghi agli effetti di luce naturale visibili di giorno. Sono inoltre previste, sopra l’assemblea, una serie di lampade a sospensione che scendono fino ad un’altezza prossima ai fedeli e consentono di illuminare gli stessi in maniera discreta, evitando l’effetto “Riflettore” che talvolta e ravvisabile in soluzioni poco sensibili. L’illuminazione artificiale scelta consente di mantenere un’atmosfera di meditazione individuale nella zona dell’assemblea, pur garantendo nei luoghi liturgici principali un’illuminazione confacente alle funzioni.

L’accesso alla cappella feriale, per la quale è stato studiato un allestimento specifico, e condiviso con uno degli accessi secondari all’aula liturgica e avviene direttamente dall’esterno regolato da una bussola. 

Articolazione dei luoghi liturgici 

L’accesso principale all’aula liturgica avviene direttamente dal sagrato. Qui un portale di grandi dimensioni, impreziosito da un bassorilievo artistico, identifica l’accesso principale all’aula che verra utilizzato durante le celebrazioni solenni, matrimoni, funerali, o per celebrazioni che richiedono un ingresso diretto dal sagrato. Internamente è stata prevista una porta/bussola in vetro che non interferisca con l’articolazione dello spazio interno. L’accesso all’aula puo avvenire, alternativamente, mediante altri due ingressi dotati di bussola. Il primo di essi è posto in corrispondenza dell’atrio di collegamento tra chiesa e salone parrocchiale. Il secondo è posto in corrispondenza del punto di connessione con la cappella feriale. 

L’inizio del percorso spirituale all’interno dell’aula avviene dal portone di ingresso principale che immette nella zona del fonte battesimale. Il fonte battesimale, posto in un luogo riservato, e delimitato in alzato dalla struttura lignea sopra descritta ed è illuminato da un lucernaio dedicato che infonde su di esso una luce sacrale proveniente dall’alto. Il fonte è in pietra e richiama la forma esagonale di un antico fonte battesimale conservato nella Basilica di San Mercuriale, edificio simbolo della citta di Forli. Il fonte nel suo complesso è facilmente osservabile da ogni punto dell’aula e si trova in asse con l’altare, a segnare il punto iniziale di un percorso di vita Cristiana.

Specularmente rispetto al fonte è presente la penitenzieria che contiene due confessionali in legno, realizzati in maniera da favorire la dinamica dialogica tra penitente e ministro, con forme sobrie ed accoglienti. La penitenzieria non si trova in un luogo nascosto, ma come previsto dalla nota pastorale per la progettazione di nuove chiese si tratta di un luogo in comunicazione con l’assemblea, al fine di evidenziare il valore comunitario del sacramento.

La collocazione della sede confessionale in quest’area mette in rilievo il significato della Penitenza come recupero della grazia battesimale, e per questo all’uscita del confessionale è visibile il fonte. Fonte e penitenziaria sono separati da una panca parallela alla penitenzieria, che consente il raccoglimento prima e dopo la confessione e delimita in modo piu preciso i due luoghi liturgici.

Ai lati dell’aula liturgica, osservando il presbiterio dal fondo della chiesa, troviamo sulla sinistra i luoghi per la venerazione dell’immagine Mariana e di San Paolo VI, mentre sulla destra le quattordici tavole della via crucis.

Sull’asse longitudinale dell’aula è posto il presbiterio, che riunisce in un segno unitario Altare, Ambone e Sede. Il piano del presbiterio, in pietra, risulta rialzato di due gradini rispetto alla quota di calpestio dell’aula liturgica. Un linguaggio semplice, arricchito solo dalla bellezza dei materiali trattati in maniera naturale impreziosisce l’altare di forma rettangolare, realizzato mediante un basamento a croce in metallo patinato, che sostiene un piano in pietra. Posto in posizione centrale sul presbiterio, esso trova ampio respiro per la celebrazione eucaristica.

A fianco all’altare è collocata una croce astile in ferro, arricchita da un crocifisso artistico. Alle spalle dell’area presbiteriale trova posto l’opera artistica del Cristo Risorto, idealmente intesa come momento finale della via Crucis.

Nella composizione del presbiterio l’ambone in pietra, arricchito da decorazioni artistiche in metallo, risulta essere il polo liturgico piu avanzato verso l’assemblea dei fedeli, che dichiara, con la propria forma e posizione, il desiderio di comunicare con intensità la parola di Dio. La sede in pietra, arricchita da un poggia schiena in metallo, è un monolitico blocco scultoreo che lavora sull’idea di fissita, come fissa deve essere la guida del presidente dell’assemblea.

Il programma artistico non costituisce nella progettazione della nuova aula liturgica un qualcosa di secondario, ma al contrario architettura e arte si fondono in un tutto unitario. Tale aspetto è percepibile anche nella custodia eucaristica. Una grande spirale metallica darà movimento e dimensione a questo elemento. La spirale conduce l’occhio dell’osservatore al centro dell’opera, identificato da una piccola porta dorata di accesso al tabernacolo. 


Cavejastudio è uno studio di architettura con sede a Forlì diretto da due associati, Filippo Pambianco e Alessandro Pretolani, laureati presso l’Università di Bologna, Facoltà di Architettura. 

Filippo Pambianco 

Filippo Pambianco, dopo un’esperienza presso lo studio sivigliano di Guillermo Vazquez Consuegra, e Alessandro Pretolani dopo un Dottorato di ricerca presso l’Università di Bologna, nel 2011 si incontrano e partecipano insieme al concorso per la realizzazione di una struttura protetta per minori con difficoltà a Trento, risultando primi classificati. Da qui parte la collaborazione che porta nel 2014 alla fondazione di Cavejastudio. 

Alessandro Pretolani 

Le esperienze maturate nella ricerca e nella progettazione, che spaziano dalla scala urbana fino al dettaglio costruttivo, hanno conferito allo studio solide capacità gestionali su progetti complessi e di grandi dimensioni, pur mantenendo un’innata attenzione al carattere vernacolare dell’architettura.

Numerosi ad oggi sono i riconoscimenti in concorsi Nazionali ed Internazionali di cui lo studio si può fregiare tra cui la vittoria nel 2015 del Concorso di progettazione per il centro Parrocchiale San Paolo VI a Forlì, la vittoria nel 2017 del concorso per la realizzazione del nuovo istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Riolo Terme, la vittoria nel 2019 del concorso per la realizzazione della nuova sede amministrativa Orogel a Cesena, la vittoria del concorso di progettazione per chiesa di San Biagio Vescovo e Martire a Locri, la vittoria nel 2021 del concorso di progettazione per il restauro del convitto Regionale Saint Bénin ad Aosta e nel 2022 la vittoria del concorso per la nuova sede amministrativa CAVIRO EXTRA a Faenza. 


Nuovo complesso parrocchiale della Chiesa San Paolo VI a Forlì 

Progettisti Architettonici 

Cavejastudio: Arch. Alessandro Pretolani, Arch. Filippo Pambianco 

Collaboratori: Adele Ricci 

Strutture: Ing. Aldo Giordano Ing. Gilberto Zoffoli 

Impianti 

Studio Energia: Ing. Cosimo Marinosci, Arch. Kristian Fabbri 

Sicurezza: Arch. Marco Mercuriali 

Acustica: Dott. Michele Casadio 

Liturgista: Don Christian Cerasa 

Artista: Francesco Bombardi, Simone Bombardi 

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