Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “Facebook Pixel [noscript]” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini: lettera aperta agli architetti

Arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

Gli architetti devono proporre

Convegni, seminari, incontri, congressi, non ultimo il Congresso Nazionale degli Architetti CNAPPC luglio 2018 a Roma (1), gli architetti e le loro istituzioni chiedono, chiedono… Perché chiedono?

Gli architetti per la loro storia, qualifica, professionalità, competenze, studi, ricerca, passione, motivazione: devono proporre.

L’architettura comanda il costruire

L’architettura, come è ben chiaro nell’etimo ”archè-teiczo “comanda il costruire.
Il costrutto è la casa, il tetto, la forma, la materia della nostra civiltà, della civiltà dell’uomo che corre si trasforma si adatta anno per anno, secolo per secolo, geografia e storia nel tempo.

L’architetto propone, condivide, costruisce crea spazi, i luoghi della vita. La chiesa, la sua architettura in 1700 anni dall’editto di Costantino è la colonna portante, la spina dorsale della nostra civiltà occidentale.

Dalla Camciatca alla Terra del Fuoco, dalla Alaska alla Tasmania, in ogni angolo del pianeta la chiesa cattolica ha, guida, segna, con il calendario Gregoriano (1582) il tempo, i giorni di noi tutti, abitanti del pianeta terra.

Sono orgoglioso di essere cristiano cattolico.

L’architetto deve essere orgoglioso

L’architetto deve essere anch’esso orgoglioso del tempo in cui vive, ne sente l’energia, e deve deve sentirsi indispensabile, per dare quanto la sua indole, i suoi studi, la sua curiosità, la sensibilità, la ricerca deve rassicurare, costruire la casa dell’uomo, che vive in pace e che in pace si relaziona con gli altri.

L’architetto è costruttore di pace, benessere fratellanza spirito di partecipazione per dare e ricevere.

L’architetto è sensore, ricercatore sensibile attento, creativo che applica,valuta conforta condivide propone, propone.
Ha il dovere di fare.

La chiesa e gli architetti

La chiesa è protagonista sesibilizzatrice di occasioni virtuose, radicata sul territorio capillarmente.

La chiesa evidenzia il bisogno di progettualità in fieri, motiva la professionlità a partecipare raccogliere motivazioni e trasformale in fatti.

La chiesa, il Pontificio Consiglio della Cultura (2) in occasione della Biennale di Venezia 2018, ha invitato 10 architetti a dare materia, corpo, luce, spazio alla preghiera.

L’architetto, i 10 architetti hanno accettato la sfida coinvolgendo aziende che in qualità di “mecenati” hanno messo al servizio del fare, del costruire le loro ricerche, le loro esperienze, in armonia ai 10 progetti proposti dai 10 architetti.

I parchi ecclesiali (3): obbiettivo, mettere in rete testimonianze che la nostra storia ci ha consegnato, mettere a disposizione anche sue proprietà per comodati facilitatori per occasioni vere di vita e lavoro.

Rigenerazioni urbane

L’architetto è costruttore, sociologo umanista, propone riconosce in attualità, l’oggi, è fa rigenerare spazi silenti che aspettano di rinascere, nuova vita nuovo lavoro, nuove energie, fruttifere etiche sostenibili virtuose.
“Chiese non più chiese?” (4) una ricerca un contest fotografico per mettere sul tavolo del progettista valenze di creatività.

Se ne parla, se ne parlerà, è ovvio ci sono “chiese dismesse”.
Il centro città, il borgo stesso, diventa sempre più terziario, il residenziale lascia, i servizi, gli uffici, il turismo, lo shopping occupano i centri storici.
“I parrocchiani” lasciano, si trasferiscono, alcune chiese chiudono, le parrocchie si aggregano.

L’architetto professionista responsabile del nostro quotidiano, dei nostri giorni che verrano, non può lasciare silenti gli spazi di culto, spazi che non sono più spazi officiati, ma che ancora nelle loro pietre, nelle ombre, nelle luci delle loro architetture, nella facciata, nelle pieghe dei suoi interni, nel volume delle sue volte, sono la storia delle tradizioni, di fede, di credo, di speranze di storia di comunità vissuta.

L’architetto ne ha ruolo.
L’architetto deve, deve saper proporre per rigenerare, attualizzando gli spazi, con tutta l’energia del presente, nuove occasioni di incontro etici virtuosi.

L’architetto propone di rigenerare le periferie (5), i dormitori residenziali, che si accartocciano sul malessere dei suoi abitanti che faticano a riconoscersi, facendo centro sulle parrocchie, come la nostra storia insegna.
La parrocchia è, deve essere una realtà centrale.

Il ruolo della parrocchia

La parrocchia è protagonista attiva per la sua comunità che si deve ritrovare, riconoscere.
“Oggi parlerei di “città del dialogo” nelle quali sia possibile non solo lavorare ma anche vivere, riflettere e dialogare, in cui non manchino isole di silenzio” (Carlo Maria Martini CH/0 1992).

La chiesa stessa, il suo edificio, la sua architettura deve essere un segno forte riconoscibile nel contesto urbano nel paesaggio dell’abitato.
Il suo sagrato, il suo interno, il complesso parrocchiale le sue aule polifunzionali, l’oratorio (6), sport, incontro per tutte le nuove generazioni, dal bambino ai più grandi, dai papà alle mamme, dal nipotino ai nonni, l’architetto ha il dovere di proporre, condividere, fare.

La nostra storia dell’abitare è di fatto la storia della chiesa, la casa della fede, della speranza, del perdono, della libertà.

La chiesa ieri oggi domani abbraccia i luoghi dell’accoglienza nel piccolo borgo, nelle periferie delle metropoli.

L’architetto e la ricostruzione

L’architetto ancor oggi vive il dramma dei paesi dei borghi feriti dal sisma.

In questi giorni d’agosto 2018, presenti al Seminario di Architettura, che da 30 anni si svolge all’università UNICAM di Camerino (7), anche quest’ anno, si rimane allibiti nel vedere che in due anni dal sisma del 2016, poco o niente si è fatto… le macerie ordinate per strada nelle piccole piazzette comunicano parlano lasciano pensieri che finiscono su se stessi.

La chiesa si muove sollecita, le autorità istituzionali, attivamente promuove di sganciarsi dai troppi cavilli, passaggi burocratici, dispone di energie che partecipate possono intervenire e fare, non lasciare che le comunità si spengano, evadano, e sconfortate si vestono di dolorose rinunce.

L’architetto vigile, competente, costruttore preparato qualificato non aspetta altro per avviare la rinascita di non solo delle 1000 chiese nelle Marche, ma delle 1000 occasioni di rinnovata accoglienza che è la vita dei 1000 borghi.

La chiesa promuove iniziative (8) per smuovere lacci e lacciuoli di una burocrazia corrosiva di entusiasmi, per condividere con gli architetti il fare.

La categoria di professionisti, competenti preparati attenti deve essere messa in una dinamica economica virtuosa.

Proporre, motivare, condividere la progettualità che garantisce tempi certi in un economia concreta che permette di fare bene e con costi e date di calendario che si devono rispettare.

Le Istituzioni degli Architetti, gli Ordini Professionali devono attivarsi, per promuovere nelle singole Regioni quanto la Regione Lombardia ha promosso con il Bando che finanzia gli oratori. (9)

Da parte nostra nella missione del nostro operare editoriale, cerchiamo di riconoscere e attivare finaziamenti, crow funding a altre iniziative che possono coinvolgere il fare, per non far si che di fronte a un bel progetto concreto, efficiente il committente, “il padron di casa”, il parroco o chi per altro, apra le braccia con un sospiro, e liquidi il professionista dicendo “non ci sono i mezzi…”

Con un buon progetto i mezzi si trovano. (10)

arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

   https://twitter.com/archgmjl

 

P.S. Il testo è stato presentato in occasione del XXVIII Seminario Internazionale e Premio di Architettura e Cultura Urbana SACU , Camerino (MC)
(1) Presidente CNAPPC arch. Giuseppe Capochin
(2) Biennale di Venezia Architettura 2018 – Santa Sede:”la cappella del bosco”- Em. Gianfranco Ravasi CH/O 109
(3) Il Parco Ecclesiale Culturale – Ecc. Antonino Raspanti CH/O 108- 109
(4)”Dio non abita più qui?” 11/ 2018 – convegno internazionale alla Gregoriana sulla dismissione dei luoghi di culto
(5) Convegno Triennale di Milano giugno 2017
(6) “L’oratorio è aperto a tutti” – Ecc. Maurizio Gervasoni CH/O 2018
(7) XXVIII Seminario Internazionalr. e Premio Architettura e Cultura Urbana (8/2018) direzione. arch Giovanni Marucci
(8) Udienza al Senato della Repubblica Italiana – Camera – Ecc. Stefano Russo
(9) Progetto Oratorio F.R.I.S.L. 2018-2019
(10) Banche e Istituti Finanziari pubblici e privati

Condividi

Lascia un commento

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare i nostri servizi/prodotti in modo appropriato (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.