Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “Facebook Pixel [noscript]” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

Cappella della Pentecoste

Il progetto della Cappella, realizzata per il Campus Biomedico (UCBM) di Roma ha riunito sapientemente il lavoro corale delle diverse eccellenze coinvolte nel team di lavoro composto dai progettisti, dagli artisti e dagli artigiani, riuscendo così a restituire una immagine unica e fortemente spirituale ad un luogo sempre più frequentato dagli stessi professori e ricercatori del Centro di Ricerca

Arch. Ambrogio Risari Arch. Aldo Fortino, progettisti della Cappella del Campus Biomedico di ROMA

Progettare uno spazio sacro all’interno di un Centro di Ricerca Universitaria richiede di identificare precisamente i frequentatori della Cappella: non si tratta di progettare un luogo dello spirito per un pubblico indefinito quanto di poter cucire uno spazio su misura. Proporsi di modellare un luogo che elevi l’anima di ricercatori universitari, professori e specializzandi in Biomedicina e Bioingegneria è apparso da subito una sfida impegnativa e molto coinvolgente.

Per questo la Committenza, rappresentata dal Comitato Esecutivo dell’Università UCBM di Roma, ha voluto sin dall’inizio che la Cappella fosse essa stessa il frutto di un lavoro di ricerca collegiale.

La squadra e il metodo

Abbiamo voluto cogliere l’opportunità di un progetto ambizioso sotto il profilo dell’indagine creativa per coinvolgere diverse professionalità artistiche all’interno del gruppo di lavoro. L’idea di poter generare uno spazio in cui architettura, scultura, pittura e design si fondono totalmente tra loro generando un insieme armonico è parso affascinante al Committente che ha sposato l’idea di prediligere il lavoro corale piuttosto che quello di un architetto solista.

La squadra perciò è nata selezionando le professionalità in base alla competenza dimostrata nella propria disciplina e alla predisposizione al lavoro in team e all’ascolto reciproco. Era chiaro a tutti che poter condividere ogni scelta progettuale dall’inizio tra scultori, pittori architetti e designer avrebbe significato dover armonizzare la propria impronta stilistica e le proprie libertà espressive aprendosi a un pensiero nuovo, possibilmente più elevato in quanto sintesi della migliore creatività di ognuno. Oltre che dai membri della Committenza la squadra è stata ovviamente affiancata da liturgisti.

La realtà del lavoro in team su un tema così coinvolgente come lo spazio sacro ha subito imposto un approccio regolato da un metodo rigoroso e condiviso. Come nascono le intuizioni nella mente dei diversi artisti? E quando queste visioni si strutturano diventando un vero progetto? Infine, come fare a condividere le intuizioni se emergono in maniera asincrona?

È parso necessario identificare un fil rouge per condurre l’attività creativa di ognuno lungo il medesimo sentiero, secondo una metodologia fatta di approfondimenti successivi e nello stesso tempo capace di effettuare degli zoom di ripensamento o di fuga in avanti.

Si è sposato il metodo del design thinking grazie al quale la squadra è riuscita a condividere le continue evoluzioni e anche i cambiamenti radicali che l’impostazione progettuale ha subito in talune fasi.

Il concept

Identificati i frequentatori della cappella nei ricercatori universitari, professori e specializzandi in Biomedicina e Bioingegneria (persone quindi dedite soprattutto a un’attività teorica, di intelletto, di astrazione e di pensiero), come tema fondativo per la cappella e come punto di riferimento per chi col proprio lavoro indaga e ricerca sul creato è stata scelta la Pentecoste, il momento dell’effusione dello Spirito, amore del Padre e del Figlio. I doni dello Spirito pervadono l’anima e si espandono concentricamente come gocce d’acqua: così il movimento dall’origine verso l’esterno crea e struttura lo spazio della cappella che diviene una sorta di abbraccio attorno alla scena della Pentecoste.

La scelta di materiali come legno e marmo rende l’ambiente accogliente e raccolto, mentre l’uso del vetro decorato a mosaico, che fa intuire un orizzonte di natura, non permette di rifugiarsi nell’astrazione ma favorisce la percezione della realtà dinamica del contesto di ricerca universitaria.

I materiali naturali definiscono i piani orizzontali: il marmo seminato alla veneziana per i pavimenti e il soffitto a cassettoni retroilluminati in legno disegnano una geometria concentrica che richiama il mondo coi suoi paralleli e meridiani.

I tre luoghi liturgici principali, sede ambone ed altare, sono evidenziati dall’uso del botticino la cui solidità viene accentuata dalla leggerezza del vetro a mosaico che sostiene la mensa dell’altare.

Il linguaggio realista della scultura in bronzo si pone in continuità con il patrimonio artistico cristiano così presente a Roma e dialoga per contrasto con l’approccio concettuale del vetro a mosaico che parla un linguaggio d’avanguardia. L’architettura concava unisce e lega tra loro tradizione e innovazione.

Il movimento del vento dello Spirito Santo che genera cerchi concentrici e si espande viene sottolineato in ogni forma d’arte e genera una forza attrattiva sorprendente.

Nell’architettura il movimento è sottolineato dal vortice di linee che dal soffitto alla forma delle panche si inseguono generando prospettive sempre differenti. Nella ‘pittura’ dei vetri a mosaico il soffio dello Spirito è chiaramente percepibile nel filo rosso che percorre e attraversa tutte le vetrate, mentre nella scultura in bronzo è evidente nelle donne e nei discepoli che vivono la gioia della Pentecoste con espressioni e modi differenti ma con un comune movimento delle vesti e dei capelli.

L’esperienza del lavoro di squadra è stata impegnativa e appassionante perché ha coinvolto anche gli artigiani, che non si sono limitati a realizzare le opere progettate ma hanno avuto una parte proattiva nella fase di ideazione e di studio dei dettagli.

Poter approfondire i particolari con gli esecutori ha aggiunto coinvolgimento e passione, tanto che – per l’elevata attenzione ai particolari – si è scelta l’azienda di falegnameria come general contractor. In questo modo la precisione del falegname con l’utilizzo di strumentazione a controllo numerico ha consentito una realizzazione millimetrica e attenta a ogni particolare.

Il successo della metodologia e dell’affiatamento del team è stato sancito dalla grande soddisfazione del Committente e soprattutto dalla frequentazione dei ricercatori e professori del Centro di Ricerca.

Condividi

Lascia un commento

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare i nostri servizi/prodotti in modo appropriato (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui potrebbero non essere disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza cookie che hai scelto di disabilitare. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, ti preghiamo di abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.