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L’ORATORIO – Per pensare e progettare con i giovani

S.Ecc. Antonello Mura Vescovo di Lanusei

S.Ecc. Antonello Mura Vescovo di Lanusei (NU)

«Ci vorrebbe un oratorio!». Quante volte questa richiesta, come un vero e proprio appello, mi ha raggiunto come Vescovo!
E quante volte mi sono ripromesso di non risparmiare nulla: risorse, energie educative e creatività per realizzarlo e per promuoverlo.

Oggi la Diocesi di Lanusei può contare su due realtà oratoriane – entrambe diocesane – presenti nei suoi due centri maggiori.

La prima, a Lanusei, è già in attività, la seconda a Tortolì, si trova nella fase conclusiva.

Nel 2017 anticipavo questi segni, desiderati come un sogno, nella mia Lettera pastorale Sul carro con Filippo, quando scrivevo:

“Un desiderio, confesso, si sta imponendo sempre di più e merita di essere verificato dalla realtà. Quello del recupero di oratori non solo parrocchiali – e alcune comunità hanno esperienze in questo senso lodevoli, compreso il “collegio salesiano” a Lanusei – ma interparrocchiali.

Luoghi scelti opportunamente per riunire ragazzi e giovani di diverse comunità, in vista di esperienze di formazione, comprese quelle sportive, meno episodiche o numericamente improponibili. La stessa Lanusei, come Tortolì e qualche altro luogo da identificare, possono diventare “centri” oratoriani diocesani, con persone giovani, preparate e qualificate, e chiaramente con strutture adeguate.

Potrebbe essere un frutto del Sinodo, ma intanto – per favore – non sprechiamo le occasioni per pensare e progettare con i giovani. E osiamo: facciamo sogni, facciamo visioni. Con loro”.

Oggi tutto sta diventando realtà. Abbiamo attese grandi e risultati insperati. Abbiamo competenze acquisite e risorse non sprecate. Abbiamo fiducia di imparare a parlare ai giovani con i giovani.


L’Oratorio a livello Diocesano. L’esperienza di Tortolì (OG).

L’idea dell’Oratorio, in un area baricentrica rispetto all’abitato di Tortolì, le sue frazioni ed i comuni limitrofi, nasce come vero strumento e metodo per la formazione umana e cristiana delle nuove generazioni.

L’oratorio viene quindi visto come luogo privilegiato in cui si incontra la fede e la vita, un vero e proprio laboratorio della fede che però nel tempo ha subito notevoli evoluzioni.

L’oratorio del terzo millennio avrà delle connotazioni che ben lo dovranno contraddistinguere e come tale il confronto sarà anche, se non soprattutto, a livello Diocesano e non più solo a livello parrocchiale, perché l’Oratorio 3.0 avrà una visione di unità sociale e pastorale che raccoglie quindi la sfida educativa con un unico progetto educativo dei giovani, ripetibile e replicabile all’interno delle nostre parrocchie.

L’area su cui è previsto tale intervento è ubicata in una zona di inter-connessione tra l’abitato di Tortolì e la sua frazione di Arbatax, all’interno di un lotto di circa 6.000 metri quadri, dei quali una parte verrà edificato per la realizzazione della struttura mentre una più vasta area verrà sistemata per le varia attività ludico/ricreative all’aperto che connotano l’edificazione degli oratori.

La zona, così come individuata, risulta inoltre a stretto contatto con le altre attività sociali che la Diocesi ha messo in campo quali la Chiesa del Sacro Cuore, la sede Caritas, il centro di ascolto e la nuova realizzazione di un centro interparrocchiali socio/educativo rafforzando così la creazione di un vero polo educativo/sociale/culturale a servizio della collettività.

L’opera oratoriale, vista la forte rilevanza sociale, nasce come sinergia dei diversi attori coinvolti dalla Diocesi, una parte del terreno, le aree esterne a servizio della struttura con i campi da gioco, sono stati dati dal comune in comodato d’uso per 99 anni mentre la realizzazione delle opere sono beneficiarie di un cofinanziamento della Regione Autonoma della Sardegna.

La posizione strategica, così come individuata, assurge a divenire una cerniera tra il tessuto connettivo della città mettendo in comunicazione il centro pulsante dell’abitato con parte delle sue periferie.
L’area individuata diverrà quindi fulcro delle attività pastorali diocesane, ma con una valenza che va oltre l’appartenenza territoriale divenendo riferimento per la città e più in generale per l’area vasta di riferimento.

Si ringrazia per il contributo l’arch. Andrea Gillone, responsabile ufficio BCE diocesi Lanusei


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