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Lo spazio rinnovato della fede – Scuola Grande di San Marco

Arte, fede, memoria dei luoghi storico religiosi

Lo spazio rinnovato della fede

 

Negli spazi del Centro Culturale della Scuola Grande di San Marco si è tenuto, in occasione della 16^ Biennale di Architettura, un primo ciclo di incontri dedicati al rinnovamento dei luoghi storici-religiosi, con presenze di relatori di diversi Paesi.

Le due Giornate Studio hanno aperto un discorso più ampio attorno all’informazione e alla proposta sui beni storico-religiosi che da oltre mille anni contrassegnano la vita europea e sulle varie vicende spirituali e secolari che li hanno interessati, offrendo l’occasione per una riflessione sul connubio tra arte, fede e memoria.

Le tre sezioni tematiche: storico-religiosa, storico-architettonica, storico-culturale

Riallacciandosi a documenti internazionali, quali il Forum Living Religious Heritage di Roma del 2003, la Dichiarazione di Xi’an del 2005, la Dichiarazione di Quebec del 2008, la Dichiarazione di Kiev del 2010, e ad alcune ricerche in corso, elaborate da comitati scientifici internazionali (UNESCO, ICOMOS, IUCN, ICCROM, PRERICO), gli incontri si sono articolati in tre diverse sezioni tematiche – storico-religiosa, storico-architettonica, storico-culturale – e si sono concentrati attorno ad alcuni interrogativi: possono questi edifici, pensati per le persone religiose, ritrovare un uso diverso? Come si esprimono questi luoghi quando ritornano a conoscere la loro prima funzione? Quali sono gli orientamenti formali e sostanziali di una loro buona rigenerazione? In tal senso, l’iniziativa si riallaccia al tema Freespace della Biennale Architettura, proponendo una riflessione sul luogo religioso, che dovrebbe rappresentare in sé lo spazio libero per eccellenza.

Il ruolo storico di Venezia

Gli argomenti trattati nelle Giornate si sono rivelati di particolare significato anche per il ruolo storico di ponte tra Oriente ed Occidente europeo della città lagunare. In particolare, l’iniziativa si riallaccia ad un evento che ha avuto luogo nel giugno scorso a Mosca dal titolo La parafrasi della Scuola Grande di San Marco nella Cattedrale di Michele Arcangelo del Cremlino, che ha illustrato il contributo significativo che l’architetto e scultore montagnese Alvise Lamberti apportò alla Cattedrale moscovita dopo l’esperienza fondamentale al cantiere della stupefacente facciata della Scuola Grande di San Marco.

La mostra Tessere la Tua Lode

L’iniziativa dell’Accademia di San Marco ha accolto inoltre la bellissima mostra dedicata al grande Artista Frà Giovanni da Verona, intarsiatore, miniatore, scultore e architetto attivo tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI. La mostra Tessere la Tua Lode inaugurata il 7 giugno e aperta fin al 30 luglio nella Sala del Portego delle Colonne, espone alcune fra le sue più significative opere di intarsio, arte di cui il monaco benedettino olivetano esprimeva un’eccellenza. Maestro della profondità e della prospettiva, fra’ Giovanni trasferì nella lavorazione del legno la sua completa dedizione alla gloria di Dio, affinché ogni suo confratello, nei ritmi propri dell’azione liturgica, e chiunque si fosse lasciato e si lasci oggi avvincere dalla bellezza delle sue opere, potesse fare la stessa esperienza dell’universalità della salvezza cristiana che lui aveva vissuto nella preghiera e nel lavoro (ora et labora).

Hanno coadiuvato la mostra due Atelier contemporanei italiani di Grandi artisti legati all’arte sacra, l’Atelier Giuseppe Rivadossi di Brescia e l’Atelier Artep Arte del tappeto di Verona.
Anche loro hanno potuto presentare alcuni esempi delle loro opere dedicate a questo tema per tutto il periodo dell’esposizione.

ALCUNI RELATORI E INTERVENTI

Mons. Claudio Giuliodori

Da sottolineare l’intervento di Mons. Claudio Giuliodori che ha parlato del recupero dell’ex Monastero nel 8° sec poi divenuto Convento Cistercense nel 12°, del Complesso dell’area di Sant’Ambrogio a Milano, ora sede dell’Università Cattolica.
Dal progetto Bramantesco alla soppressione Napoleonica fino all’adattamento ad ospedale militare, per poi dare vita all’attuale progetto affidato all’architetto Giovanni Muzio (1893-1982). Per la parte artistica vi collaborò in modo particolare l’allora giovanissimo Giacomo Manzù (1908-1991).

Andrea Longhi

Il prof. Andrea Longhi nel suo intervento ha affrontato alcuni nodi fondativi nella storia dell’architettura religiosa, intesa come esito di vincoli normativi (le “regole”) e di adesione personale elettiva a specifici stili di vita. Ha posto l’accento sul rapporto problematico tra regole, libertà, luoghi, paesaggi e identità attraverso la storia della cultura architettonica, non solo religiosa, con guadagni di senso relativi ai temi, ad esempio, delle relazioni tra persona e comunità, tra silenzio e ascolto, tra confini e soglie, tra recinzione e paesaggio.
La questione dell’adesione a una regola condiziona la progettazione, ma anche le dinamiche di patrimonializzazione dell’architettura religiosa, con questioni critiche interessanti nei casi di complessi religiosi dismessi. In conclusione afferma Longhi, vengono posti alcuni temi di ricerca tra storia e progetto, relativi alle questioni delle nuove comunità non solo religiose, alla gestione dello sguardo, ai percorsi decisionali comunitari, alla resilienza rispetto alle trasformazioni funzionali, al rapporto tra norma e pratiche sociali e alla relazione tra identità regolare e spirito dei luoghi.

Padre Andrea Dell’Asta

Padre Andrea Dell’Asta ha presentato il lavoro della Fondazione Culturale San Fedele ponendo l’accento sul ruolo dell’arte contemporanea nel rapporto con la fede ed i luoghi storico religiosi. Il San Fedele di Milano è una realtà della Compagnia di Gesù riconosciuta come spazio aperto di dibattito culturale e artistico, di riflessione sociopolitica, di profonda esperienza spirituale, di pratica della solidarietà e della giustizia. La novità più recente è del 2015, anno di nascita del Museo San Fedele – Itinerari di arte e fede, che mette a disposizione del pubblico lo straordinario patrimonio artistico della Fondazione. Nel sito trovano inoltre spazio eventi promossi dalla Fondazione o dai suoi partner: mostre, concerti, proiezioni, conferenze, incontri formativi, momenti di preghiera.

Prof. Giuseppe Dalla Torre

Per il Prof. Giuseppe Dalla Torre, la legislazione eversiva ottocentesca ebbe conseguenze rilevanti in materia di conservazione e tutela dei beni culturali. Perché in parte essi furono dispersi e distrutti, in parte mal conservati per la diversa destinazione data ad immobili di carattere storico ed artistico (si pensi ai tanti conventi trasformati in scuole, caserme, carceri, ospedali ecc.), in parte invece tutelati e posti alla pubblica fruizione secondo una moderna cultura che acquisisce tra i compiti dello Stato anche quello del benessere spirituale, nel più ampio senso della elevazione culturale e morale, dei cittadini . Da questo punto di vista la vicenda delle Fabbricerie è esemplare e proprio in questo caso spesso si è corso il pericolo di una sorta di“estraneazione”culturale.

Alexander Kornoukhov

Alexander Kornoukhov Architetto e mosaicista russo ha parlato del suo rapporto con il materiale. La sua arte come forma di trasfigurazione del materiale e soprattutto la necessità di valorizzare anche materiali poveri in architettura senza bisogno, soprattutto nei luoghi storico religiosi di inserire sempre materiali preziosi, ma bensì di impiegare la creatività come talento per valorizzare questi luoghi. Il suo lavoro è tutto concentrato sull’impiego di queste tecniche e sul trasferimento delle stesse ai giovani a sottolineare che il valore sta nel saper trasformare la materia e darle nobiltà, sia nell’arte del mosaico ed anche in architettura.

Frate Adalberto Mainardi

Frate Adalberto Mainardi ha fatto una interessante escursione nei luoghi monastici nella storia di Oriente e Occidente cercando di portare le diverse esperienze in un percorso unico. Ripensare oggi il senso del luogo monastico come orizzonte dell’abitare il mondo, significa mettere a fuoco tre o quattro momenti essenziali, che possono essere caratterizzati con quattro verbi tratti dalla tradizione monastica. Forse, altrettante occasioni per ritrovare se stessi: abitare (dall’habitare secum del solitario alla fondazione dei grandi cenobi); laborare (il rapporto di trasformazione-contemplazione con l’ambiente naturale); vigilare (il rapporto con il tempo); ospitare (la dilatazione dello spazio interiore all’accoglienza del forestiero).

«Arte, fede, memoria dei luoghi storico-religiosi»
Scuola Grande di San Marco

 

ROBERTO BIANCONI

Internazionalizzazione di imprese nei settori Architettura e Design
Marketing /Comunicazione / Relazioni pubbliche Organizzazione di eventi nei settori Architettura e Design
Giornalista pubblicista
Ha pubblicato libri nel settore Marmo/Architettura Vive tra Italia/Verona e diversi paesi come Russia, Cina, India, Turchia
Legato a Venezia per motivi professionali/Arte/Ar- chitettura

SCUOLA GRANDE DI SAN MARCO E LA RUSSIA

La Scuola Grande di San Marco, fondata come Scuola dei Battuti nel 1260, con una piccola sala riunioni vicino alla scomparsa chiesa di Santa Croce, nel 1437 era diventata così influente e facoltosa da assumere il nome del patrono della città e da innalzare, adiacente al convento domenicano dei Ss. Giovanni e Paolo, la più imponente delle scuole veneziane.
La collega alla Russia un interessante avvenimento che vede protagonista Alvise Lamberti da Montagnana (Alviz Novij) il quale porta a Mosca alcune scelte architettoniche che aveva viste realizzate a Venezia, frequentando il cantiere della stupefacente facciata della Scuola Grande di San Marco, ove operano tutti i maggiori architetti e scultori del Rinascimento Veneziano.
Egli quindi ripropone al Cremlino un’invenzione del’architetto della Scuola Grande di San Marco, Mauro Codussi, collocando delle grandi conchiglie, nei frontoni semicircolari che concludono la campata della Cattedrale di Michele Arcangelo.
La Scuola Grande di San Marco ha iniziato da alcuni anni un percorso di riavvicinamento artistico con Mosca e la Russia e proprio nel convegno di giugno molti sono stati i relatori convenuti per consolidare questo ponte culturale.

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