a cura di Emondo Jonghi Lavarini
Luigi Strazzabosco: il Custode della Forma e dello Spirito: Un viaggio nella vita e nelle opere di Luigi Strazzabosco, scultore del Novecento che ha trasformato la materia in preghiera, restituendo alla bellezza il suo volto spirituale. Un invito a riscoprire l’arte sacra come segno vivo nelle nostre chiese e nelle nostre case.
Lo scultore della fede e dell’equilibrio
Luigi Strazzabosco, nato a Padova nel 1895, è una figura luminosa nel panorama dell’arte sacra italiana del Novecento. La sua opera unisce il rigore della tecnica alla profondità della fede, dando vita a sculture sobrie, equilibrate e intensamente umane. Formatosi alla Scuola d’Arte “Pietro Selvatico” e all’Istituto d’Arte di Venezia, seppe sviluppare uno stile personale, distante dalle mode ma vicino all’anima. Le sue opere, in marmo, bronzo o terracotta, trasmettono una spiritualità concreta, incarnata nella materia. Ogni sua figura sembra custodire un silenzio sacro, che parla direttamente al cuore e alla memoria collettiva.

La scultura come liturgia visiva
Strazzabosco non concepisce la scultura come semplice ornamento, ma come gesto liturgico. I suoi altari, battisteri e tabernacoli sono pensati per vivere in dialogo con lo spazio ecclesiastico, completandolo senza sovrastarlo. La bellezza delle sue opere è misurata, quasi meditativa, eppure capace di emozionare con forza. Le sue Madonne, i suoi Cristi, i suoi santi non sono figure idealizzate, ma presenze reali, vicine, solidali. La loro essenza risiede nella sobrietà e nell’equilibrio delle forme, in quella “povertà ricca” che è propria dell’arte vera e che fa risplendere ogni pietra sacra di senso e calore.
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Nota Biografica: Luigi Strazzabosco nacque a Padova nel 1895. Fin da giovane si dedicò con passione alla scultura, frequentando i corsi della Scuola d’Arte “Pietro Selvatico” della sua città. In seguito proseguì la formazione all’Istituto Superiore d’Arte di Venezia, dove fu allievo dello scultore Carlo Lorenzetti. Nonostante non avesse frequentato i corsi inferiori, fu ammesso direttamente all’ultimo anno e premiato con la medaglia d’oro. Nel 1926 ricevette la medaglia al valor civile per un atto di coraggio compiuto a Padova. La sua attività espositiva è vasta: partecipò a sette edizioni della Biennale di Venezia, a una Quadriennale romana, a numerose mostre regionali e interregionali, nonché all’Esposizione Internazionale di Spagna. Le sue opere si trovano in importanti sedi pubbliche: nel Palazzo Comunale, all’Università e al Museo Civico di Padova. Molti dei suoi lavori adornano anche chiese del Veneto e collezioni private, sia in Italia — Padova, Venezia, Roma, Trieste — sia all’estero: a Fiume, Londra, New York, in Portogallo, Spagna e Svizzera.
Capolavori nei luoghi della preghiera
Tra le numerose opere religiose di Strazzabosco, spiccano i bassorilievi del fonte battesimale di Salboro, la “Pietà” scolpita per l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio a Rubano, e la “Madonna Immacolata” di Montacuto. Ogni scultura è un invito alla contemplazione, un riflesso visibile della fede invisibile. Il suo linguaggio plastico non ha bisogno di effetti: bastano una curva, un gesto, uno sguardo per evocare mistero e redenzione. In un’epoca in cui l’arte sacra rischia di diventare fredda o retorica, Strazzabosco ci ricorda che la bellezza può ancora essere preghiera, raccoglimento, atto di misericordia scolpito nella materia.

La bellezza italiana come spirito incarnato
L’opera di Strazzabosco ci riporta al cuore della bellezza italiana: quella che nasce dall’unione tra arte e spirito, tra fede e cultura. L’Italia è terra di santi e artisti, e le sue chiese sono da secoli scrigni di bellezza e meditazione. Strazzabosco si inserisce in questa tradizione con l’umiltà del vero maestro. Le sue opere non cercano il clamore, ma la verità. In un tempo di confusione e superficialità, egli ci offre un modello alternativo: un’arte che eleva, consola, educa. Un’arte che custodisce, come un tempio, le radici profonde della nostra civiltà.

Un augurio per le nostre case
Che anche le case di oggi possano accogliere la bellezza sacra è l’augurio che nasce spontaneo di fronte all’opera di Luigi Strazzabosco. Un’opera come la sua “Madonna con Bambino” non è solo una scultura, ma una presenza che protegge e ispira. Inserire un simbolo religioso nello spazio domestico non è nostalgia, ma scelta di senso: è riconoscere che il cuore ha bisogno di segni, che la famiglia si nutre anche di spiritualità visiva. Strazzabosco, con la sua arte fatta di fede e misura, ci insegna che la bellezza è ancora capace di abitare il quotidiano.
Edmondo Jonghi Lavarini