Cenni storici e l’impiego delle canne nell’architettura storica

La Chiesa del Gesù di Tropea in Calabria è un edificio del 1600, che presenta una “falsa volta” a 18,90 metri di altezza. La domenica del 30 luglio 2023, da poco finita la messa, parte della volta è crollata sfiorando la tragedia.
La volta, detta anche in camorcanna o incannucciato, è realizzata in canne rivestite da malta, tipologia che ha avuto un’enorme diffusione nel corso della storia, di cui scrivono Vitruvio, Serlio, Scamozzi, Filarete, Valadier, Rondelet. Strutture, che come questi evidenziano, contrariamente ai vantaggi (resistenza agli incendi, leggerezza che pertanto non esige contraffortamento) sono vulnerabili ai carichi e alle infiltrazioni.
Saliti sui ponteggi è stato rilevato che le condizioni di dissesto statico avevano raggiunto un punto di non ritorno, con lesioni, i cd. “quadri fessurativi”, che attraversavano in modo passante la calotta.

Dopo un accurato piano delle indagini, si giunti a formulare la versione perfezionata del progetto, presentata alla Soprintendenza con la prescrizione che: “trattandosi di una struttura ad incannucciato, la ricostruzione, laddove non è possibile la reintegrazione, dovrà avvenire con la medesima tecnica”.
Com’è riscontrabile dall’implosione avvenuta, la costruzione ha dimostrato precarie condizioni statiche, anche per effetto del contributo di fattori peggiorativi, tra cui il degrado generale, infiltrazioni, indebolimento dei legami di coesione e stato tensionale eccessivo.
Dall’osservazione delle condizioni patologiche è stata riscontrata una riserva di resistenza quasi nulla e il raggiungimento di uno stato di imminente collasso.


Il restauro della volta
Al momento della redazione del progetto di restauro, lo studio delle metodologie di intervento ha escluso a priori un intervento di placcaggio fibrorinforzato estradossale, a causa delle condizioni statiche e del degrado, che hanno messo in evidenza il raggiungimento dello stato limite della falsa volta, elemento appeso, che appunto non ha la capacità di resistere “per forma”.
In fase di definizione delle modalità di intervento possibili, sono state avviate ricerche per verificare l’esistenza di casi analoghi, tuttavia senza riscontro.
Il progetto ha previsto la demolizione controllata della calotta della volta in camorcanna e la perfetta ricostruzione in analogia.
L’intervento consiste nella riproposizione della tecnica tradizionale, sebbene perfezionata e migliorata grazie all’introduzione di nuovi materiali ed evoluzioni operative. L’attenzione è stata sempre diretta a migliorare la concezione statica al fine di concepire un corpo unico leggero, solido, con tutti gli elementi reciprocamente interconnessi, estremamente resistente dal punto di vista sismico, che potesse assecondare un comportamento scatolare in caso di terremoto.




Rilevato che anche le murature laterali “di imposta” presentavano fessurazioni, si è intervenuti per contenere le spinte laterali “fuori dal piano” rinforzando l’ottagono di scarico con una cerchiatura in tessuto di fibra di carbonio spinottata, realizzando in questo modo una fasciatura interna del tamburo.
Gli elementi costruttivi della volta sono rappresentati dalla calotta e dall’intelaiatura in legno che rappresenta la struttura portante. La calotta, in calce e canne, preventivamente stabilizzata con un puntellamento per rendere sicuro lo svolgimento delle operazioni, è stata totalmente rimossa fino a riportare alla luce l’intelaiatura lignea.
La rimozione non ha interessato la parte centrale con il dipinto su tela, che è stata bloccata al telaio ligneo superiore con un apposito presidio metallico. L’intelaiatura in legno, costituita da 24 assi di legno è invece rimasta nello stato originario, previo trattamento preservante. La ricostruzione della calotta è avvenuta con la posa in opera delle canne, fissate alle assi portanti per mezzo di listelli, come anche indicato nel ‘500 da Scamozzi: «esse si possono fissare anche con listette sottilissime».


Terminata la realizzazione l’incannucciato, è stata avviata la fase di ricostruzione della calotta. La nuova calotta, è effettivamente diversa da quella tradizionale (in calce aggrappata all’incannucciato) in quanto è stata realizzata in malta di calce bicomponente fibrorinforzata e armata. Questa speciale malta non viene miscelata con un additivo che crea forti legami chimici di coesione.
L’armatura è invece costituita dall’inserimento di una rete in fibra di basalto, stesa e avvitata su un primo strato di intonaco dato “a fresco”, succes-sivamente inglobata in un secondo strato. Gli spicchi assumono così nuova capacità autoportante, andando a creare un corpo unico rigido che scarica il proprio peso in modo uniforme. Le nuove cornici in stucco sono state riproposte su disegno degli originali.
Il miglioramento del comportamento statico della volta è stato ottenuto per mezzo accurati accorgimenti tecnici in cantiere e materiali di ultima generazione che hanno consentito di ridurre lo spessore e di conseguenza il peso della volta, da 8180 kg a 3400 kg, che si traducono con una riduzione del peso del 60%. L’intervento ha comportato un decremento delle masse sospese e il conseguente dimezzamento delle spinte laterali, oltretutto contenute dalla cerchiatura in carbonio.
Abbassati i ponteggi è stata svelata la nuova volta che può ritornare ad essere ammirata in tutto il suo splendore.
L’opera di tutela e salvaguardia del bene è stata documentata nel volume: “Occhi al cielo: il restauro della volta crollata della Chiesa del Gesù di Tropea” edito da Libritalia, inviato a Sua Santità Papa Franceso che ha espresso parole di sincero apprezzamento.

SCHEDA TECNICA:
Oggetto: Chiesa del Gesù, Tropea (VV), XVII sec.
Committente: Provincia Napoletana della Congregazione del Santissimo Redentore – Comunità di Tropea rappr. p. Natalino Rauti, p. Francesco La Ruffa
Progettista architettonico e strutturale: Arch. Enrico Pata, enricopata.architetto@gmail.com
Anno di realizzazione: febbraio 2024 – giugno 2024
Costo intervento: € 61.049,34 + IVA
Impresa esecutrice: Cooper. Po. Ro. Edile, Rombiolo (VV), info@cooperporo.it
Materiali impiegati: Mapei HDM Restauro (malta di calce NHL, bicomponente fibrorinforzata), Mapei Mapegrid B250 (rete in fibra di basalto), Max Meyer Color Emotion (pitture)