Alla base dell’idea progettuale vi è una ricerca storica approfondita sugli aspetti materici e formali dei manufatti attualmente presenti in cattedrale e sul territorio limitrofo. Le informazioni archivistiche e lo sviluppo storico della cattedrale durante il XVIII secolo, periodo durante il quale viene prodotta la maggior parte dei manufatti artistici attualmente presenti nella cattedrale, impongono due riflessioni: la prima sull’influenza della Scuola Napoletana e di tutta la tradizione ad essa legata per quanto riguarda le espressioni formali, tecniche realizzative, scelta dei materiali e loro provenienza; la seconda sullo stretto legame che lo sviluppo storico della cattedrale, come la maggior parte delle altre chiese, ha intessuto con la comunità rurale, clericale e laica.

A seguito di queste considerazioni, vi è stato inoltre uno studio sulla tecnica dell`intarsio marmoreo, sia per l’utilizzo a fini decorativi, con figure geometriche, fitomorfe, animali, che per rappresentazioni figurative della vita quotidiana e quindi come traccia storica della società del tempo, a sostituzione di quelle che erano le scene più comunemente rappresentate negli affreschi, garantendo però una sicura sopravvivenza nel tempo del manufatto, a causa della porosità ed umidità della pietra calcarea.
Progetto
La proposta progettuale per l’adeguamento liturgico del presbiterio tende a garantire il rispetto verso l’esistente e al tempo stesso di dare una chiara connotazione di contemporaneità artistica all’intervento.
La dimensione del presbiterio è un elemento invariabile, a causa della impossibilità di rimozione delle balaustre; si è quindi lavorato verso la riduzione degli ingombri non necessari e rendendo spostabile quanto possibile, come la seduta del celebrante.

L’ambone, punto d’incontro tra il celebrante e l’assemblea, viene posto all’esterno delle balaustre, ma sul presbiterio, attraverso l’estensione frontale dei due gradini del presbiterio; in tal modo, è facilmente raggiungibile dal lettore che non deve fare nessun gradino per arrivare all’ambone.
L’Altare Tridentino, i suoi gradini e la base in comune con l’altare per la celebrazione, non vengono modificati, mentre quest’ultimo viene ridotto di circa 30 centimetri in larghezza. La Cattedra Vescovile esistente viene rimossa così anche come il suo schienale e la sua base a tre gradini, sostituita da una cattedra di dimensioni minori e soprattutto una base meno ingombrante, per lasciare un maggiore spazio per il passaggio dei celebranti intorno alla base dell’altare. Il sistema audio viene fatto passare nel pavimento, e fatto arrivare al microfono sull’altare attraverso una botola realizzata ai piedi del prospetto retrostante del nuovo altare.
Le pale della Via Crucis sono anch’ esse realizzate con intarsi marmorei, apposti e fissati su un supporto lapideo sottile, incassate nell’ intonaco murario di dove verranno posizionate (la maggior parte sulle lesene della navata centrale).

Caratteri liturgici e celebrativi (a cura dell’esperto in liturgia)
Il progetto sottolinea il profondo nesso che intercorre tra il Mistero Pasquale e il mistero della natura.
L’Altare: Il Mistero Pasquale, che comprende e contiene la passione, morte, resurrezione ed ascensione di Gesù Cristo, risuona profondamente con la natura ciclica dell’esistenza nel mondo. Proprio come sulla terra si ripetono i cicli della vita – la primavera con una nuova vigorosa crescita, l’estate vibrante di vita, l’autunno con i primi segni dell’invecchiamento e l’inverno che simboleggia la morte – Il Mistero Pasquale mostra un ciclo divino di trasformazione e rinnovamento. Questo ciclo riflette la realtà ereditata che la morte non è un punto di fine, ma la precorritrice di una nuova vita. La risurrezione di Cristo è epitome di questo viaggio di trasformazione: promette che attraverso la sofferenza e le prove della vita, emerge la speranza, il rinnovamento e una profonda connessione con il divino; quindi, il Mistero Pasquale ed il ciclo della natura rivelano una profonda verità sulla vita, incoraggiando ad abbracciare il nostro cammino di crescita, perdita e rinascita.


L’ambone: la Liturgia della Parola, esattamente come fa la natura che si svolge in stadi (nascita, crescita, invecchiamento e rinascita), invita i partecipanti ad impegnarsi in uno scambio dinamico con le Sacre Scritture, ognuna delle quali nutre lo spirito. Il ciclo comincia con la proclamazione della Parola di Dio, creando un ambiente di insegnamento ed introspezione che invita i credenti a riflettere sulla loro esperienza di vita. Attraverso i temi della creazione, peccato, redenzione e ristoro trovato all’interno dei testi sacri, la Liturgia riflette i processi naturali di vita e morte, invitando i partecipanti nel riconoscere la sacralità dei loro percorsi di vita, ed infine nell’adottare un senso di speranza e rinnovo negli inevitabili cicli di vita.
La Cattedra: come le foglie passano dall’oro radiante dell’estate al bruno dell’autunno per poi giungere al bianco candore dell’inverno, il Vescovo come liturgo guida la diocesi in questa transizione di rinnovamento e rinascita attraverso il Mistero Pasquale.

Caratteri artistici e formali (a cura dell`artista)
L’ idea attorno a cui è stato sviluppato il progetto è quello di proporre una relazione tra contemporaneità e tradizione. Questo avviene attraverso l’uso di simboli e tecniche artistiche arcaiche ma rilette in chiave attuale.
La tecnica scelta per la decorazione, sia dei poli liturgici che della Via Crucis, è infatti quella antica dell’intarsio policromo di marmi, tecnica ampliamente usata all’ interno della cattedrale antica con cui l’intervento cerca di porsi in dialogo.
Nell’ altare, centro dei poli liturgici, il Mistero Pasquale diviene spartiacque tra la morte, rappresentata da un paesaggio spoglio invernale, e la nuova vita, rappresentata dal verdeggiare della natura primaverile. Questa ondata di perpetuo rinnovamento, raffigurata qui da un fogliame trascinato dal vento, percorre l’intero altare in ogni suo lato, alternando le stagioni in un ciclo in cui il Cristo è sempre centro e luogo di continua rinascita. Lo stesso motivo decorativo a foglie è esteso agli altri poli liturgici.

Anche per la Via Crucis il principio artistico tende a trovare una relazione tra contemporaneità e tradizione. Riprendendo una tradizione artistica assodata nella pittura antica, in cui i temi biblici venivano spesso rappresentati in contesti e con personaggi a loro contemporanei, anche qui si è scelto questo percorso: la tecnica usata per l’ intero impianto decorativo è quella dell’ intarsio marmoreo.
Il processo prevede un’elaborazione iniziale del progetto di stampo classico con disegni e bozzetti, seguita dallo scavo delle lastre principali di marmo che andranno ad accogliere i tasselli policromi. Questi ultimi vengono tagliati con macchinari waterjet di ultima generazione a controllo numerico, per poi essere posati manualmente uno ad uno, riportando il lavoro alla tradizione della manualità artigianale.

Per la Via Crucis il principio artistico tende alla volontà di trovare una relazione tra contemporaneità e tradizione. Riprendendo una tradizione artistica assodata nella pittura antica, in cui i temi biblici venivano spesso rappresentati in contesti e con personaggi a loro contemporanei, anche qui si è optato la tecnica usata per l’intero impianto decorativo è quella dell’intarsio marmoreo.
Il processo prevede un’elaborazione iniziale del progetto di stampo classico con disegni e bozzetti, seguita dallo scavo delle lastre principali di marmo che andranno ad accogliere i tasselli policromi. Questi ultimi vengono tagliati con macchinari waterjet di ultima generazione a controllo numerico, per poi essere posati manualmente uno ad uno, riportando il lavoro alla tradizione della manualità artigianale
La Cerimonia di premiazione
La Cerimonia di premiazione del progetto vincitore del concorso di adeguamento liturgico della Cattedrale di Ugento, svoltasi lo scorso 13 marzo ad Ugento (LE).
La diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca ha concluso l’iter dei lavori del concorso di idee per l’adeguamento liturgico della Cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta, avviati nel gennaio 2024 con l’assegnazione del progetto vincitore al gruppo di lavoro coordinato dall’architetto Ferruccio Francesco Pio Novelli e costituito dai seguenti altri membri: esperto in liturgia Jesmon Manicaro; artista arch. Alberto Favaro; consulenti/collaboratori Edoardo De Silva e Benjie Zammit.


A destra: l’arch. Giorgio De Marinis, Don Rocco Frisullo, l’arch. Caterina Parrello, S.Ecc. Mons Vito Angiuli, Don Luca Franceschini, l’arch. Alberto Favaro e l’arch. Ferruccio Francesco Pio Novelli, durante la cerimonia di premiazione lo scorso 13 marzo 2025.
La giuria ha espresso la seguente motivazione per il progetto vincitore del concorso di adeguamento liturgico della Cattedrale di Ugento: “l’area presbiterale, riconosciuta nella sua centralità dell’azione liturgica, viene rivisitata attraverso poli che manifestano la propria individualità espressiva e parimenti si pongono in naturale continuità con lo spazio esistente e con la ricca figuratività barocca della Cattedrale. Il progetto è riuscito ad affrontare uno dei temi chiave del dibattito contemporaneo, quale il rapporto tra “restauro e creatività” nella dialettica “antico e nuovo” ricorrendo ad un linguaggio moderno capace di reinterpretare in chiave contemporanea i temi della tradizione liturgica. La Via Crucis risulta particolarmente significativa sia per la forma delle stazioni che seguono l’andamento e lo slancio verticale delle lesene, sia per la soluzione del tema narrativo. Questa scelta espressiva rende attuale il racconto evangelico della passione e morte di Gesù ponendolo in un contesto riconoscibile ma sospeso, storico e al tempo stesso contemporaneo”.

