Articolo di Francesca Losi

Il legno e l’industria lombarda d’eccellenza incontrano moderni progetti di cicli pittorici, nel contesto dal sacro contemporaneo. Tutto nasce da un sodalizio tra l’azienda canturina TABU, specializzata nella tintoria del legno per l’arredo e l’architettura di interni, e il pittore ortodosso Julian Rosu, pittore, teologo, affrescatore di chiese specializzato nell’arte delle icone.
Rosu lavora dipingendo su grandi e sottili fogli di legno, con consolidate tecniche antiche apprese dai suoi maestri, basate sull’impiego di materiali quali il tuorlo d’uovo, pigmenti minerali e naturali, come polvere di smeraldo, lapislazzuli e avorio briciato, fino alle foglie di oro zecchino. Rosu dipinge su grandi riquadri lignei sia scene del Vangelo nelle Chiese Cattoliche, sia icone nelle Chiese ortodosse.
Tra i suoi ultimi cantieri più importanti, citiamo la Basilica dei Santi Nereo e Achilleo, che domina il contesto urbano attorno a Viale Argonne a Milano, eretta nel 1940 sotto l’episcopato del cardinal Shuster e restaura tre anni fa; a Como, una grandiosa iconostasi nella Chiesa russa ortodossa.
Il segreto di questo successo risiede, oltre che nella preziosa maestria di Rosu, nel supporto da lui scelto. Si tratta di fogli di legno dello spessore di 1 mm, giuntati in grande formato e supportati con tessuto-non tessuto: tali fogli, in falegnameria noti come piallacci naturali tinti, vengono prodotti per l’industria del mobile da TABU a Cantù, il cui Presidente Enrico Tagliabue è un sincero appassionato per l’opera di Rosu che valorizza i piallacci di legno naturale tinto.




Rosu li ha trasformati nella base della sua arte, e in un enorme vantaggio operativo sul cantiere. Infatti, queste pitture che rivestono le superfici delle navate e delle colonne, nascono a terra. Pertanto, tutto il ciclo iconografico viene progettato e realizzato senza l’impiego di ponteggi che richiederebbero invece un lungo periodo di cantiere, con relativi costi. I fogli vengono fissati sulle superfici della Chiesa solo una volta terminati.
I cicli pittorici nascono così sulla base nobile e naturale del legno, e hanno il dinamismo, l’immediatezza e la vivacità della pittura murale dell’artista teologo.





Francesca Losi (Lecco, 2 settembre 1975)
Giornalista iscritta all’Albo dei Giornalisti della Lombardia dal 2004, specializzata in Architettura, Materiali e Beni Culturali.
Responsabile Formazione specialistica in TABU SpA e relatrice per seminari formativi organizzati in collaborazione con gli Ordini degli Architetti
Responsabile per la Formazione e l’Organizzazione del Concorso internazionale IDEAS4WOOD (www.i4w.it)
Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma.
Laurea in Management Beni Culturali
Tesi magistrale sul nuovo modello di Governo multilivello Regione Lombardia- Diocesi Lombarde
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Laurea Magistrale in Lettere
Laurea conseguita con votazione 110/110, tesi in Giornalismo in Architettura, con la supervisione di Alessandro Mendini,
“Domus – La Nuova Utopia: ricerca umanistica e dialoghi sull’architettura contemporanea”